Antico Ponte sul Cedra (Monchio delle Corti, loc. Lugagnano)

L’antico ponte in pietra attraversa l’intero alveo del torrente Cedra servendosi di un unico arco a tutto sesto. Ne risulta un manufatto dalla sagoma esterna arcuata e dagli appoggi laterali massicci in contrasto con il sottile spessore dell’arco in chiave. Dalla forma ricurva del profilo della linea di carreggiata, che ricorda la sagoma del dorso di un asino, deriva la denominazione di questa tipologia di ponti detti “a schiena d’asino”.

Il ponte costruito sul torrente Cedra è talvolta erroneamente chiamato “Ponte Romano”, per la verità si tratta di un’ infrastruttura viaria seicentesca. Il manufatto fu infatti innalzato nel 1602 per volontà di Ferdinando Farnese, Vescovo di Parma ed all’epoca della sua costruzione era, per i viandanti, i pellegrini o i commercianti che partivano dal territorio parmense, l’unico ponte utile per raggiungere la Lunigiana.

“questi è la chiave per passare di là dall’appennino nella Lunigiana, Toscana e Genovese, per quei viandanti che da Parma passano da queste parti per colà recarsi, poiché giace sulla strada maestra ed è il solo che esista sui torrenti di questi contorni che devono varcarsi. Egli è lungo 32 braccia, d’un arco solo alto 24 braccia e largo 6 e le vicine sponde di Cedra e Lugagnano sostengono i suoi fianchi” (1).

Fu Adeodato Turchi, un altro Vescovo di Parma, a volere il restauro del ponte, che avvenne nel 1801. In quell’anno in prossimità dei primi metri del manufatto venne installato un pilastro il cui fronte porta una lapide in marmo in cui si commemora il lavoro di restauro del ponte. Il pilastro ha una sezione rettangolare ed il frontone ricurvo, sotto al quale è installata una maestà rotonda in marmo apuano raffigurante la Madonna del Rosario. A sinistra e a destra della maestà sono presenti due stemmi cardinalizi datati rispettivamente 1802 e 1602.
In aderenza del ponte, sulla sponda sinistra del Cedra, sorge il Mulino del Ponte di Lugagnano, di epoca probabilmente antecedente a quella della costruzione del ponte.

 

Bibliografia:
(1) Cignolini G. Descrizione storico, fisico, politica delle Corti di Monchio ms. 360 Biblioteca Palatina, Parma – pubbl. a cura di D.P. Jotti, Reggio Emilia, 1969 ;
Enrico Dall’Olio, Architettura Spontanea dell’Appennino Parmense, Parma, Silva, 1975 ;
Enrico Dall’Olio, Itinerari Turistici della Provincia di Parma, Parma, Silva, 1975 ;
Anna Mavilla, Le Maestà dell’alta Val Parma e Cedra, Ravenna, Longo, 1996;
AA.VV., acqua della Valle dell’Enza : economia, tecnica, lessico, a cura di Fabio Foresti, Walter Baricchi, Massimo Tozzi Fontana, Casalecchio di Reno, Grafis, 1984 ;
F. De Lucis, A. Morselli, L. Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990.

L’antico ponte si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via di Linari, che collega la città di Fidenza all’abazia di Linari nei pressi del Lagastrello, sulle orme degli antichi pellegrini. Parallela alla Via Francigena, la Via di Linari si congiunge con diversi cammini in zona di crinale che proseguono verso Pontremoli, Lucca, Roma.

Informazioni aggiuntive

Altre denominazioni

Ponte del Vescovo, Ponte Romano

Classe tipologica

Tipologia

Comune

Località

Vallata

Collegamenti

Coordinate Geografiche

44.412724, 10.137547

Quota

667 m s.l.m.

Epoca

XVII Sec.

Data

1602

Stato di conservazione

Rilevatore / compilatore

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