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I Mulini ad Acqua

Il mulino ad acqua è un esempio di architettura rurale che appartiene alla tradizione più antica dell’uomo. Prima dell’utilizzo dell’energia elettrica l’invenzione del mulino ha permesso di utilizzare l’energia meccanica prodotta dalla corrente di un corso d’acqua come fonte primaria… (LEGGI TUTTO)

Mulino di Isola in Val Vona (Borgotaro)

“Il mulino, abbandonato da anni, fu completamente distrutto durante la piena del 1982. L’opificio fu iniziato da Bertorelli Bernardo nel 1870 e completato l’anno seguente.
Nella relazione di collaudo si legge che era a – … ruota verticale a cassette, la quale ruota, del diametro di m. 5,30, porta infisso al suo centro un albero orizzontale che ha due ruote a corona che ingranano due lunternini infissi negli alberi verticali che fanno muovere le coppie di macine da grano – (1) .
Nel 1903 lo stesso Bertorelli afferma che – …il mulino è un piccolo fabbricato di pianta rettangolare costruito… – in prossimità della sponda destra del Vona alquanto a valle del caseggiato di Isola.
Consta di un solo locale a terreno, che contiene due macine ordinarie da grano, di cui una per il frumento e l’altra per la melica, le quali sono messe in azione dai rispettivi palmenti mediante una ruota verticale a cassette del diametro di m. 5,80. Le due macine non si fanno mai funzionare simultaneamente ma solo una per volta non avendo il canale di derivazione un corso d’acqua sufficiente.

L’opificio è censito senza denominazione nella cartografia IGM del 1936 (2).”
(F. De Lucis, A. Morselli, L. Rubin, Aqua Masnada. Mulini e mugnai dell’appennino reggiano e parmense, 1990, pag. 291)

Il mulino è raggiungibile percorrendo il sentiero n. 851 “Borgo Val di Taro – Caffaraccia Sud – Marmitta dei Giganti – San Cristoforo” (3).

Note:
(1) GCPR (Genio Civile-Parma), Derivazione Acque Pubbliche, III B1 3
(2) IGM, F. 84 I SO – Porcigatone
(3) Sentieri CAI Parma – Mappa digitale 

POSIZIONE GEOGRAFICA:
Quota: 637 mt. s.l.m.
Latitudine e longitudine: 44.528467N, 9.799433E
in Google maps

Mulino Merlo (Tornolo, loc. Tarsogno)

Il mulino situato alla sinistra del torrente Lubiana “… derivava l’acqua dal canale che serviva per azionare a monte il Mulino Berni (1).
Il piccolo edificio a due vani su un unico livello, apparteneva nel 1923 a Cardinali Luigi e conteneva due palmenti azionati da ruote orizzontali a mescoli (1).
Presente nella mappa catastale del 1824 intestato a Cardinali Antonio detto Brasola (2), l’opificio è censito nella carta Idrografica del 1888 con la denominazione di Mulino Merlo (3) e, senza toponimo, nella cartografia IGM (4) del 1936″ (5).
Faceva parte del sistema dei mulini della Val Lubiana, caratterizzata dalla presenza di ben 10 piccoli opifici.

Note e bibliografia:
(1) GCPR, Derivazione Acque Pubbliche, III B1 190
(2) ASPR, CCI, Tornolo, Sez. O, part. 3.154
(3) IGM, F. 84 III NE
(4) CIDR 1888, p. 92, n. 35
(5) F. De Licis, A. Morselli, L.Rubin, Aqua Masnada. Mulini e mugnai dell’appennino reggiano e parmense, 1990, pag. 263 ;

POSIZIONE GEOGRAFICA:
Latitudine e longitudine: 44.450940 N, 09.631966 E
Quota: 658 mt. s.l.m.

IL PROGETTO

Nel 2014, con un articolo comparso sul nostro periodico sezionale “L’Orsaro”, come gruppo TAM (Tutela Ambiente Montano) della Sezione CAI di Parma, proponemmo un’indagine dedicata ai beni storici ed architettonici “minori” delle nostre montagne: oratori, maestà, edicole votive, fontane, cippi di confine, case-torre, mulini, loggiati, portali,… (LEGGI TUTTO)

Ca’ di Mattè (Valmozzola, loc. Vettola)

Massiccio edificio in pietra collocato nelle immediate vicinanze del sentiero per il Castello di Valmozzola e dei vecchi mulini di Vettola.
Sul portale d’ingresso è inciso il millesimo 1899 (?) la frase “ANNO DELLA FRANA REP(ubblica) FR(rancese).
Sulla medesima facciata si trova una nicchia che ospita la statuetta della Madonna ed altre pietre incise.

https://www.youtube.com/watch?v=a0tqN3L4gRI

Street view

 

Mulino Sozzi della Zerbina (Valmozzola, loc. Gerbina)

“Il Mulino Sozzi della Zerbina figura nella mappa catastale del 1824 di proprietà Sozzi Antonio, Bernardo e fratelli della Pieve. (1)
E’ collocato a destra del rio Tramaglio, inserito nel caratteristico B&B e agriturismo Borgo Gerbina, oggi (proprietà Paola Artusi)
Il fabbricato che ospitava il mulino è oggi privo delle attrezzature originarie. Il bottazzo è stato trasformato in piscina.

Note e Bibliografia:
(1) ASPR, CCI, Valmozzola, Sez. F, part. 384
(2) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia 1990, p. 303, n. 234.

ASPR: Archivio di Stato di Parma

 

Mulino del Matè (Valmozzola, loc. Vettola)

“Situato a destra del torrente Mozzola, il Mulino di Mezzo figura nella mappa catastale dl 1824 di proprietà Bertorelli Pietro detto Mattè di Mariano (1).
L’opificio è censito nella carta idrografica del 1888 con la denominazione Matè Sopra (2)
.Nel 1919 apparteneva a Sbuttoni Antonio e Giuseppe. (3)” (4)
Attualmente è in condizione di rudere.

Note e Bibliografia:
(1) ASPR, CCI, Valmozzola, Sez. E, part. 1216
(2) CIDR 1888, p. 94, n. 65
(3) GCPR, Derivazioni Acque Pubbliche, III BI 151
(4) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia 1990, p. 301, n. 224.

ASPR: Archivio di Stato di Parma
CIDIR 1881: Carta idrografica del 1888
CCI: Catasto Cessato Italiano o Catasto di Maria Luigia
GCPR: Genio Civile di Parma

 

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Mulino Coruzzi (Felino, loc. S. Michele de’ Gatti)

Mulino S. Michelino

“Il mulino disponeva di due macine azionate da ruote orizzontali ed è di proprietà Coruzzi. Stranamente di questo mulino non c’è la scheda in Aqua Masnada”. (1)
“Il mulino Coruzzi di San Michele Gatti, ora di proprietà Savani.” (2)
Edificio restaurato e ora adibito ad abitazione.

Note e bibliografia:
(1)“Per la Val Baganza, 2021”, Centro Studi della Val Baganza, “Dal greto del Baganza al Partitore. Felino: il giro dei Mulini”, pag. 261, fig. pag. 262.
(2)“Per la Val Baganza, 2018”, Centro Studi della Val Baganza, “Il Canale del Vescovo e i suoi Mulini”, fig. pag.95

 

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Mulino della Resga (Felino, loc. S. Michele de’ Gatti)

“L’antico opificio, in disuso da diversi anni, è stato ristrutturato ad abitazione nel 1982 ca. Durante i lavori è stato rinvenuto un coppo datato “19 giugno 1782”. Gli impianti, ora scomparsi, erano costituiti da due macine azionate da ruote orizzontali a ritrecine. Nell’edificio, ad elementi giustapposti in sasso, è ancora visibile il grande vano voltato a botte in cui alloggiavano le ruote. Il Molino della Resga compare in due mappe datate 23 agosto 1662 e 26 agosto 1670 custodite nell’Archivio dei Cavamenti (1). L’impianto è censito nella mappa catastale del 1822 intestato a Biolzi Antonio (2), nella cartografia IGM del 1881 (3) e nella Carta Idrografica (4) del 1888″. (5)

Note e bibliografia:
(1) ASPR, Cavamenti, Vol. 146.
(2) ASPR, CCI, Felino, Sez. I, part. 107.
(3) IGM F 73 II SO.
(4) CIDR 1888, p.106, n.312.
(5) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990: pag. 235

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Mulino Molinetto (Felino, loc. Poggio S.Ilario)

“Il mulino, tuttora in attività, sorge lungo il canale circa un chilometro a valle del precedente. L’edificio principale, articolato per aggregazioni successive, sviluppa una pianta ad “L” su due livelli comprendente il mulino al piano terra e l’abitazione al piano superiore. Il portico ed il magazzino granaglie a sud furono realizzati all’inizio del Novecento; sul pilastro d’angolo un concio reca la data e le iniziali del proprietario, “1900/AC” (Adorni Crescino), ed un altro concio più sotto quelle del muratore, “M/LG” (Leporati Giovanni). L’interessante opificio, condotto dal mugnaio Ferrari Gualtiero, consta di quattro coppie di macine azionate per mezzo di energia elettrica o idraulica. Il parametro di una delle macine più antiche recava, a detta del mugnaio, la firma del “maestro da mulino” Campanini Luigi. Al cotessero del canale fanno capo tre bocche di presa che servono per alimentare due ruote a ritrecine ed una ruota verticale a cassette in ferro collegata a due coppie di macine. La ruota attuale ha sostituito nel 1958 quella originaria in legno realizzata nel 1921 da un altro “maestro del mulino”: Quirino Conforti. Il Molinetto figura nella cartografia militare austriaca del 1820 (1) e nella mappa catastale del 1822 (2). Nel 1831 il mulino a due ruote passò da Viccari Pietro e Luigi (3). Nel 1898 fu ceduto ad Adorni Crescinio e nel 1934 passò per espropriazione ai Bertinelli (4) che conservano ancora la proprietà. L’opificio è censito nella Carta Idrografica del 1888 (5) e nella cartografia regionale (6) del 1976″. (7)

Note e bibliografia:
(1) ASPR, Mappe e Disegni, Vol. 64
(2) ASPR, CCI, Felino, Sez. G, part. 305
(3) Rogito Facini Giacomo, 1831 novembre 5.
(4) ASPR, CCI, Felino, Partitario Terreni.
(5) CIRD 1888, p.106, n. 311.
(6) CTR 199110.
(7) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990: pag.235

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Mulino del Maglio (Felino, loc. Maglio)

Mulino Maglio

“Il Mulino, di cui non rimangono tracce evidenti, sorgeva sulla sinistra del canale del Vescovo ai piedi del castello di Felino; infatti compare in due mappe datate 23 agosto 1662 e 26 agosto 1670 denominato Molino del Castello di Felino (1).
E’ censito nella mappa catastale del 1822 intestato alla Mensa Vescovile di Parma (2) e nella Carta Idrografica del 1888 (3) come lavorazione rame”. (4)

“Venne restaurato ai primi del Novecento per impiantarvi il maglio che serviva a battere il rame delle grandi caldaie per l’industria casearia e del pomodoro, quando divenne proprietà della famiglia Luciani”. (5)

Note e Bibliografia:
(1) ASPR, Cavamenti, Vol. 146.
(2) ASPR, CCI, Felino, Sez. I, part. 5.
(3) CIDR 1888, p.106, n.315.
(4) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990: pag. 236.
(5) G. Marusi, “Felino: il giro dei mulini”, in Per la Val Baganza, a. 2021, p. 258-263

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Mulino Boschi (Felino)

“L’antico mulino, ora abbandonato, compare in due mappe datate 23 agosto 1662 e 26 agosto 1670 custodite nell’Archivio dei Cavamenti. (1)
E’ censito nella mappa catastale del 1822 intestato alla Mensa Vescovile di Parma (2) e nella Carta Idrografica del 1888 (3) con la denominazione Molino di Sotto.
Gli impianti, ora scomparsi, erano probabilmente costituiti da quattro coppie di macine azionate da ruote orizzontali a ritrecine”. (4)

A valle del mulino si trova quello che si potrebbe definire il capolinea del Canale del Vescovo, il cosiddetto partitore. Mediante questo imponente manufatto circolare in cemento, le acque del canale vengono convogliate in parte verso Carignano e il restante, tramite un tunnel che attraversa il Baganza, nel canale di Sala. (5)

Note e bibliografia:
(1) ASPR, Cavamenti, Vol. 146.
(2) ASPR, CCI, Felino, Sez. L, part. 210.
(3) CIDR 1888, p.106, n. 316
(4) Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990. pag. 236
(5) G. Marusi, “Felino: il giro dei mulini”, in Per la Val Baganza, a. 2021, p. 258-263

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