Mulino del Chiastrone (Langhirano, loc. Chiastrone)

Il mulino sorge nella piccla frazione di Chiastrone, all’interno di un più grande edificio in sasso a tre livelli di pregevole aspetto. Gli architravi di porte e finestre di alcuni degli edifici del luogo portano inciso un millesimo che ne attesta la loro esistenza attorno alla metà del 700. In questo caso, sopra una finestra del secondo piano, è riportato il millesimo “1766”.
Tuttavia del mulino stesso se ne ha notizia già dal 1556. Nel corso di una causa civile fra il proprietario del mulino di Chiastrone-Catabiano e il proprietario del mulino di Renano, situato più in basso e sulla sponda opposta, venne prodotto un documento in cui si stabiliva la priorità di quest’ultimo sul suo rivale. In tale documento della Congregazione dei Cavamenti del Parmigiano risultava “ … che fino dal 1556, in una causa in corso tra certi De Fantis Fratres (a quell’epoca proprietari del mulino di Renano) e Blasius De Boschis et Petrum e consortes De Ricardis, si stabiliva ‘la priorità del molino dei De Fantis sugli altri tutti ed in ispecie su quello del suo rivale di Chiastrone-Catabiano col quale trovasi in lotta anche oggigiorno per causa congenere a quella del 1556″. Vari testimoni ascoltati nel 1556 affermavano che il mulino di Renano fosse il più antico e quindi vantasse vecchi diritti sull’uso delle acque.” (C. Melli, Langhirano e la sua memoria, Langhirano, 1982, pp. 52-53).
Del mulino si ha notizia anche in una sentenza del 1567 del Governatore di Parma Bartolomeo Turco.

L’impianto a ruote orizzontali a retricine (rimane solo il sistema di captazione delle acque) azionava tre coppie di macine: per frumento, granoturco ed orzo

Il mulino e follo figura nella mappa catastale del 1823, intestato a Boschi Giovanni ed è censito nella Carta Idrografica del 1888

Dalla relazione inviata dai fratelli Ugolotti, proprietari nel 1919, si apprende che il mulino … deriva acqua dalal parma con un canale di mt. 630, ma in tempo di siccità si serve di quella che deriva dal mulino del Pastorello … e che … sul canale derivatore esistono due salti, uno di mt. 3,80 la cui energia serve ad azionare le macine del mulino in numero di 3 e del diametro di m. 1,30 ciascuna ed un secondo a valle di mt. 1,50 la cui ebergia serve ad azionare un frantoio per cortecce ed altro materiale conciante costituito da una sola macina verticale del diametro 1,40 che muove una ruota a palette con trasmissione ad ingranaggi e un follo per  pelli.
Fino agli anni Cinquanta era attiva anche una piccola centrale elettrica che forniva luce alla frazione di Chiastrone-Cattabiano.

Oggi privato della sua funzione originaria, l’edificio viene ben mantenuto a scopo abitativo.

Nelle immediate vicinanza si trova un pilastrino con una maestà.

Bibliografia:
Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia 1990, p. 222, n. 32.
Materiale archivistico:
Genio Civile PR, Derivazione acque pubbliche, III BU 34;
Archivio di Stato PR, Catasto cessato, Langhirano, Sez. E, part. 69;
Carta Idrografica 1888, p. 102, n. 213.

Il mulino si trova nell’area di passaggio di ben due Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via Longobarda, e la Via di Linari che collegano la pianura Padana ai centri oltre Appennino, sulle orme dei Longobardi la prima, dei fedeli del Volto Santo diretti all’Abazia di Linari la seconda. Risalendo i due crinali che paralleli puntano verso il confine sud della regione, entrambe attraversano Parchi regionali e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ricadendo per buona parte dentro l’area MAB-UNESCO.

Informazioni aggiuntive

Classe tipologica

Tipologia

S. Tipologia

Comune

Località

Vallata

Coordinate Geografiche

44°34'32.7"N 10°14'27.5"E; 44.575739, 10.240980

Collegamenti

,

Epoca

XVI Sec.

Proprietà

privata

Stato di conservazione

Destinazione d'uso attuale

Abitazione

Destinazione d'uso storica

Centrale Idroelettrica, Follo, Mulino

Rilevatore / compilatore

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