La località è citata per la prima volta in un atto di conferma al Vescovo di Parma da parte dell’imperatore Federico II nel 1220. All’autorità vescovile subentrarono nel 1322 i Rossi, che ne ebbero conferma nel 1449 e 1490. Roccaprebalza passò alla Camera Ducale nel 1666, che ne investì dapprima i Boscoli nel 1706, successivamente i marchesi di Ravarano ed infine i Conti Tarrasconi-Smeraldi, a cui rimase fino al 1805. La struttura fortificata si ergeva in cima all’alto massiccio ferrigno, fatto costruire dal vescovo di Parma prima del 1230 (1). Secondo la tradizione orale il castello era collegato attraverso cunicoli al sottostante paese, in particolare alla Chiesa, che si trovava all’interno delle mura del castello (1). All’area un tempo fortifica oggi si accede da una grande volta a botte in conci di arenaria posta al centro della cortina edilizia. Sulla cima dello sperone di roccia restano pochi ruderi della fortezza tardo medievale, un tempo munita di torre e cisterna.
(1) Dall’Olio E., Itinerari turistici della provincia di Parma, Parma, Silva, 1977, Vol. 2, p. 164
(2) G. Cervi, Guida all’Appennino parmense, Parma, Battei, 1987, p. 214.
La rocca si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via Longobarda, che collega la pianura Padana al mare ligure-tirreno, attraversando due Parchi regionali e uno nazionale, e ricadendo per buona parte dentro l’area MAB-UNESCO.
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
Vallata | |
Comune | |
Località | |
Collegamenti | |
Coordinate Geografiche | 44°31'30.05"N 9°57'34.69"E (44.525014, 9.959636) |
Quota | 560 mt. |
Data | XVIII° sec. |
Proprietà | pubblica |
Stato di conservazione | |
Destinazione d'uso storica | Fortificazione |
Destinazione d'uso attuale | Ruderi in abbandono |
Data sopralluogo | 05/05/2017 |
Ultimo aggiornamento | 08/04/2020 |