I Mulini ad Acqua

Il Mulino delle Latte a Scurano (Neviano degli Arduini). Immagine da: V. Galiazzo, I mulini in Italia, itinerario illustrato attraverso l’architettura e la meccanica degli antichi mulini di tutte le regioni italiane

Il mulino ad acqua è un esempio di architettura rurale che appartiene alla tradizione più antica dell’uomo.
Prima dell’utilizzo dell’energia elettrica l’invenzione del mulino ha permesso di utilizzare l’energia meccanica prodotta dalla corrente di un corso d’acqua come fonte primaria per dare movimento ai meccanismi del mulino.

A partire dal Medioevo, e per 17 secoli, la forza idraulica dei mulini rimase la forma di energia più utilizzata, fino a che nel 1782 venne inventata la macchina a vapore.

Tipologie dei Mulini ad acqua

I mulini ad acqua rappresentano la prima fondamentale innovazione dopo i mulini arcaici che sfruttavano la forza muscolare umana o animale, unica forma di energia conosciuta fino ad allora. Le ruote idrauliche, meccanismi che hanno causato una rivoluzione nel mondo medievale, sono i sistemi  grazie ai quali le macine vennero azionate per secoli. I due meccanismo che si possono riconoscere negli impianti antichi dei mulini ad acqua sono:

Nascita ed evoluzione dei mulini ad acqua

Non esistono certezze storiche circa l’epoca ed il luogo in cui per la prima volta venne messo in uso un mulino ad acqua.  Si hanno notizia del cosiddetto “mulino greco”, primo prototipo del mulino a ruota orizzontale,  in alcune citazioni scritte secondo le quali la nascita di tali macchinari è collocata in Medio Oriente nel II secolo a.C.

il meccanismo ruota dentata- rocchetto o lubecchio – rocchetto in un mulino a ruota verticale

Il mulino a ruota verticale è menzionato invece per la prima volta nel 65 a.C. quando Mitriade, Re del Ponto, ne fece costruire uno a Cabria. Risale infatti al I secolo a.C. l’importante invenzione di Vitruvio, architetto e scrittore romano, che inserì nei mulini a ruota verticale il meccanismo ruota dentata – rocchetto fondamentale per trasformare il moto verticale della ruota idraulica nel moto orizzontale della macina e per moltiplicare il numero dei giri della macina in funzione del rapporto tra il numero dei denti della ruota e quelli del rocchetto.

Il periodo di massima diffusione dei mulini iniziò nei secoli IX e X, ciò è dovuto probabilmente al fatto che, durante quegli anni del medioevo, diminuì la quantità di manodopera che veniva apportata dagli schiavi.

Importante tappa per la storia dei mulini si ha nell’ XI secolo, quando l’utilizzo della ruota idraulica verticale si espande, oltre che per la macinatura dei cereali, anche per altri scopi quali, ad esempio, l’azionamento di magli idraulici per forgiare il ferro, gualchiere per la follatura dei panni di lana, pestelli per la mondatura del riso.