PERCORSI STORICI

Nella provincia di Parma si delineano 3 percorsi che chiamiamo storici: la Via di Linari, che seguendo le orme dei monaci porta da Parma all’Abazia di Linari a S. Bartolomeo nei pressi del Lagastrello, per poi congiungersi alla Via Francigena in territorio lunigiano; la Via Longobarda che seguendo i flussi del popolo longobardo collega Parma e i centri del ducato della Longobardia (Brescia, Mantova, Pavia) alle vie che dalla Tuscia conducevano ai ducati del sud Italia di Spoleto e Benevento; la Via dei Remi che collega Borgotaro a Levanto, sul mare della Liguria.

LA VIA LONGOBARDA

LA VIA DI LINARI

LA VIA DEI REMI

Tabula Peutingeriana - Emilia e  Lunigiana antiche
Tabula Peutingeriana – Emilia e Lunigiana antiche, le vie verso il Roma


Oggi i cammini storici ci accompagnano alla scoperta di un inatteso tesoro di cultura, storia, arte e tradizioni, da ricercare nei piccoli borghi, valida alternativa alle grandi città d’arte e i musei più famosi del mondo.

Un po’ di storia


L’Emilia-Romagna è per sua natura una terra di passaggio. Per la sua posizione e la sua morfologia è da sempre crocevia di viandanti, pellegrini, commercianti e soldati che dai tempi dei romani in poi si muovevano con le diverse motivazioni dal nord al sud della penisola. Organizzata da est a ovest lungo la Via Emilia che corre parallela al crinale appenninico da una parte e al corso del fiume Pò dall’altra, l’Emilia-Romagna si vede solcata da innumerevoli vallate che proprio dal crinale discendono parallele verso la Pianura Padana, evidenti passaggi naturali per poter accedere ai territori della Toscana e della Liguria.

I più grossi insediamenti urbani (per lo più di origine romana) oggi capoluoghi di provincia, sono quindi da sempre delle vere e proprie porte d’accesso: collocati lungo la Via Emilia ad una distanza di 30 km l’uno dall’altro, raccolgono i flussi provenienti dal nord e li indirizzano lungo le varie vallate verso i passi dell’Appennino, per lo svalico e il proseguo del viaggio. Méta finale il mare della Liguria con le sue saline, i luoghi di culto della Lunigiana, i feudi del Sud Italia, Roma.

Cippo di confine in loc. Bocchetta del M. Tavola (foto Giorgio Tanzi)

Parma, fondata dai romani nel 183 a.C., è una di queste. Costruita sulla confluenza del torrente omonimo, la Parma, con il torrente Baganza, si trova alla stessa disanza dal Pò (a nord) ai colli che proseguono poi verso l’Appennino (a sud). Le valli della Parma e del Baganza, dell’Enza e del Cedra a est e del Taro a ovest rappresentano quei passaggi naturali della nostra provincia.

Etruschi, soladati romani, pellegrini in viaggio verso Roma, e poi commercianti, viandanti, briganti: ogni passaggio ha lasciato un forte segno nella cultura e nella tradizione di queste vallate, ma anche dei segni tangibili sul territorio: pievi, roccaforti, castelli, hospitali. Ogni via che si percorra nella nostra provincia attraversa inoltre diversi Parchi Regionali, come il Parco dei cento Laghi o dei Boschi di Carrega per citarne solo alcuni, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e l’area MAB (man and byosphere) tutelata dall’UNESCO.

I beni storici minori dell’Appennino Parmense

Maestà Madonna del Rosario con S. Giuseppe – Monchio delle Corti, Casarola (f. gen 2020)

Accanto a questi beni tutelati e riconosciuti vi sono innumerevoli beni minori, non per valore ma piuttosto per dimensioni o importanza strategica, che testimoniano a loro volta in modo più intimo e capillare le consuetudini di ogni epoca. Ecco perché la valorizzazione di questi percorsi e la loro fruibilità allargata può portare alla scoperta di piccoli tesori nascosti e disseminati nel nostro Appennino, come i mulini e gli essiccatoi, centri nevralgici dell’economia di un tempo, i piccoli insediamenti rurali dalla caratteristica e diversa struttura architettonica, i cippi di confine, testimoni del tempo dei ducati, le maestà e i mistadelli,
espressione di devozione e di forte credenza religiosa a protezione di viandanti e pellegrini.

La Via Francigena è la via storica più conosciuta che attraversa l’Appennino per raggiungere Roma proprio qui, nella nostra provincia. Parallelamente, si sono sviluppate negli anni altre direttrici che attraversano però diversi luoghi del nostro territorio.

Pilastrino con Maestà (Palanzano) (foto E. dall’Olio 1975)

Andarle a riscoprire, studiarne l’origine con attinenza filologica,rimanendo fedeli alle fonti storiche per dare un senso profondo al cammino, renderle accessibili e fruibili ad un numero sempre crescente di persone e evidenziarne la loro valenza storica, culturale e ambientale significa valorizzare un territorio intero, in tutte le sue componenti.

BIBLIOGRAFIA
I 4 cammini storici dell’Appennino parmense