Si hanno tracce del mulino già a partire dalle mappe catastali del 1825, intestato al Comune di Bardi, anche se si ipotizza che le sue origini siano ben più antiche: il corpo più alto ed antico dell’intero complesso potrebbe risalire al XIII-XIV Secolo, quando il mulino serviva il vicino Monastero ed il castello di Gravago.
L’edificio è formato da più corpi di diverse dimensioni giustapposti e sorge sulla sponda destra del rio Rosta. L’eclettismo delle sue forme è testimonianza delle diverse fasi costruttive avvenute durante i secoli e culminate nel rispettoso restauro avvenuto da meno di un ventennio ad opera del proprietario che ne ha salvato la struttura dal diroccamento in atto alla fine degli anni 80.
L’impianto più antico era ad una ruota verticale, di cui si conserva l’albero ed il rocchetto di trasmissione fu negli anni sostituito da una turbina elettrica che azionava le due coppie di macine conservate negli alloggiamenti in muratura.
Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia 1990
ASPR, CCI, Bardi, Sez. A, part. 2018.
IGM F 84 I NO.
CIDR 1888, p, 56, n. 496
Informazioni aggiuntive
Altre denominazioni | Mulino Rosta I° |
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Classe tipologica | |
Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Coordinate Geografiche | 44°35'20.8"N 9°46'36.0"E |
Epoca | XIV Sec. |
Proprietà | privata |
Stato di conservazione | |
Destinazione d'uso attuale | Abitazione |
Destinazione d'uso storica | Mulino |
Rilevatore / compilatore | |
Data sopralluogo | 25/07/2019 |