ultimo aggiornamento: 3 ottobre 2019
A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z
Àbside. Costruzione, spesso facente parte di un edificio più complesso a pianta per lo più Semicircolare, ma anche poligonale, coperta da una calotta semisferica (catino). Già usata presso i Romani, nelle chiese cristiane conclude la navata centrale e talvolta quelle laterali.
Acànto. Erba perenne, tipica dei luoghi ombrosi del Mediterraneo, con grandi foglie a rosetta, oblunghe, e fiori in lunga spiga. Le foglie d’acànto costituiscono un motivo naturalistico adoperato per decorazioni di cornici architettoniche, soprattutto del capitello corinzio, del quale sono l’elemento fondamentale e caratteristico, mentre l’intera pianta, per lo più stilizzata in girali di fantasia, viene riprodotta in rilievo come motivo ornamentale di Superfici.
Albero della ruota. Elemento facente parte della struttura della ruota orizzontale di un mulino. L’albero è ricavato da un tronco di quercia lungo circa 150-170 cm con sezione circolare che va a ridursi verso l’alto. Nella parte finale dell’albero della ruota ci sono delle feritoie che servono per incastrare e fissare i cosiddetti catini.
Ancóna. Immagine sacra, dipinta su tavola o scolpita a bassorilievo, destinata a essere Sovrapposta all’altare, spesso racchiusa entro una caratteristica inquadratura architettonica (nel qual caso è detta anche pala d’altare)
Apòcrifo. Libro, scritto o documento non autentico. In particolare, libri apocrifi, Vangeli apocrifi, Sono quelli che la Chiesa cattolica esclude dal complesso delle Sacre Scritture, in quanto non ne riconosce l’ispirazione divina.
Apotropaico. Che serve ad allontanare o ad annullare un influsso maligno.
Architrave. Elemento architettonico disposto orizzontalmente al di sopra dei due elementi portanti (piedritti), su cui s’appoggia oppure s’incastra, in modo da chiudere superiormente un vano quadrangolare.
Arco. Struttura architettonica portante, a linea curva, poggiante Su stipiti, pilastri o colonne (piedritti), sui quali scarica il peso della muratura sovrastante . L’arco può variare a seconda della forma, della curva (sèsto), dello spessore, della larghezza e del materiale che lo costituisce (pietra, laterizi, cemento armato, acciaio, legno, etc).
Arco a tutto sèsto (o a pieno centro). Quando la forma della curva dell’arco è semicircolare.
Arenaria. Roccia sedimentaria, formata per almeno il 50% da granuli di sabbia uniti da un cemento che può essere argilloso, calcareo, siliceo o gessoso. Le arenarie sono diffusissime e presenti in terreni di tutte le età; se ne conoscono moltissime varietà tra cui l’arenaria rossa, tipica della Val Gardena, l’arenaria macigno, presente anche nell’Appennino parmense orientale, e la pietra Serena.
Attributo. Nella raffigurazione artistica o letteraria, specialmente di santi, di figure mitologiche e di cose astratte, personificate, l’elemento caratteristico con cui il personaggio o la cosa Sono di Solito rappresentati.
Bassorilievo. Tipo di scultura in cui le figure sono rappresentate su un piano di fondo (di marmo, pietra, bronzo, avorio, ecc), dal quale sporgono con un rilievo ridotto (se la riduzione è molto forte si ha il bassorilievo schiacciato o stiacciato).
Bìfora. Porta o finestra nella quale il vano risulta diviso, sulla fronte esterna, in due luci uguali mediante un elemento centrale, costituito per lo più da una colonnina.
Bugna. Pietra squadrata e sbozzata in modo che la parte centrale risulti sporgente rispetto al piano del bordo di margine. A seconda del modo con cui è scalpellata, la bugna può essere rustica, piana o piatta, a punta di diamante.
Capitello. Elemento architettonico posto fra la colonna e l’architrave o l’arco.
Catino (o cucchiaio). Pala a forma di quarto di sfera ricavata da tronchi di quercia disposti a raggiera all’interno di fenditure nella sezione cilindrica dell’albero della ruota orizzontale di un mulino.
Centinato. Dal profilo ricurvo, fatto a forma di centina o che termina con una centina.
Cucchiaio (o catino). Pala a forma di quarto di sfera ricavata da tronchi di quercia disposti a raggiera all’interno di fenditure nella sezione cilindrica dell’albero della ruota orizzontale di un mulino.
Cimàsa. Cornice sporgente con funzione di coronamento terminale di un edificio o parte di esso, di un elemento architettonico o di un mobile.
Coèvo. Appartenente alla stessa età, alla medesima epoca.
Committente. Chi commette, cioè ordina ad altri l’esecuzione di un lavoro, di una prestazione, per conto proprio.
Concio. Blocco di pietra squadrato utilizzato per costruzioni.
Cùspide. Elemento architettonico a sezione triangolare, posto a coronamento di un edificio o di parte di esso, come finestre, porte, altari o facciate. Per estensione, con cùspide si intende un elemento terminale appuntito, posto alla sommità di una struttura artificiale O naturale.
Dalmatica. Lunga tunica con ampie maniche lunga fin sotto il ginocchio, utilizzata in ambito liturgico. Variamente ornata e di colore diverso a seconda delle festività, la dalmatica è indossata nella liturgia latina dal diacono e dal suddiacono, o dal vescovo nella messa solenne.
Doccione. Condotto, consistente in grosse lastre concave, in pietra o marmo, destinato a regolare il getto dell’acqua proveniente direttamente da una sorgente, o dall’acquedotto.
Edicola. Elemento architettonico a forma di tempietto, o di tabernacolo, destinato a servire da Ornamento e protezione a immagini sacre, o a statue.
Eponimo. Divinità, eroe, santo o altro personaggio che dà il nome ad una città, a un popolo, a una famiglia e ne diviene il protettore. Per estensione, nell’uso moderno, il santo di cui una persona porta il nome.
Ex voto. Oggetto offerto in dono alla divinità per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa.
Facciata a capanna. Parete frontale di un edificio sacro che segue, nel profilo superiore, la forma della navata maggiore.
Facciata a salienti. Parte frontale di un edificio sacro che accompagna, nel profilo superiore, le differenti altezze delle navate.
Fastigio. Parte più alta del coronamento di un organismo architettonico, sia questo il complesso di un edificio o un elemento di esso.
Fitomorfo. Elemento decorativo che ha aspetto o forma vegetale. Usata in particolare per ornamenti scultorei, architettonici, pittorici e vasellame.
Frontone. Coronamento architettonico triangolare, originato dalla forma costruttiva della testata del tetto a due spioventi. Come coronamento di edifici, dall’epoca romana in poi, alla configurazione triangolare originaria possono sostituirsi altre forme, come il frontone curvo, il frontone spezzato, o il frontone gotico, dal notevole Sviluppo verticale. In dimensioni ridotte, il frontone può costituire motivo ornamentale sovrapposto a porte e finestre.
Gola. In architettura, modanatura il cui profilo è costituito da una linea curva formata da due archi di cerchio inversi : si dice dritta se presenta una concavità superiore e una convessità inferiore, rovescia nel caso opposto.
Iconografia. Il termine deriva dal greco εἰκών (eikón, immagine) e γράφειν (grapheïn, scrivere). L’iconografia è un ramo della storia dell’arte che si occupa della descrizione e classificazione di quanto raffigurato nelle opere artistiche. L’iconografia Mariana e dei Santi si occupa della classificazione della immagini raffiguranti i soggetti religiosi in base agli attributi iconografici presenti nella scena.
Ieràtico. Si dice di cosa (soprattutto di atto, aspetto, gesto, parola) improntata ad una gravità Solenne, ad una compostezza sacerdotale.
IHS vedi “Simbolo bernardiniano”
Lesena. Porzione di pilastro poco sporgente dalla parete, con funzione esclusivamente decorativa. Quasi sempre completa di base e di capitello, è talvolta decorato a bassorilievo.
Loggia. Edificio o parte di esso (in questo secondo caso più comune loggiato) comunicante direttamente con l’esterno su uno o più lati.
Loggiato. Organismo architettonico di forma analoga alla loggia, adottato con funzione ornamentale di coronamento, o come mezzo di collegamento o disimpegno fra gli ambienti di un edificio e simili.
Lubecchio (o ruota dentata). Elemento facente parte dei meccanismi di funzionamento di un mulino a ruota verticale. Si tratta di una ruota a corona in legno durissimo (solitamente corniolo o bosso) che porta frontalmente dei denti di legno orientati radialmente. I denti dei lubecchi sono fatti per inserirsi nelle scanalature dei rocchetti così da formare il meccanismo lubecchio – rocchetto (invenzione di Vitruvio – I sec. a.C.) fondamentale per trasformare il moto verticale della ruota idraulica di un mulino nel moto orizzontale della macina e per moltiplicare il numero dei giri della macina in funzione del rapporto tra il numero dei denti della ruota e quelli del rocchetto.
Maestà: il termine deriva dall’antico modo di dire latino “Divinae Maiestatis Sacratum” che indicava una qualsiasi opera architettonica od artistica dedicato a Dio, alla Madonna o ai Santi. Attualmente nell’appennino Tosco Emiliano per maestà si intendono i manufatti votivi di piccole dimensioni in marmo. E’ un’antica forma di arte spontanea, dettata dalla fede, espressione di una devozione individuale che si manifesta nell’esporre all’attenzione collettiva le immagini Sacre invocate nelle più diverse circostanze. Le maestà trovano posto sulle mura delle case dei villaggi montani (maestà delle abitazioni), sulle vie di comunicazione o in luoghi cardine ove la protezione Sacra risulta importante (maestà delle strade).
Marlia. Elemento di ferro a forma di farfalla che alloggia in un incavo scavato nella faccia inferiore della macina e che trascina la stessa in rotazione.
Mediato. Non acquisito direttamente da testi, fonti o fatti, ma dipendente o condizionato da elementi interposti.
Mitra / Mitria. Copricapi di forma allungata e bi-cuspidale usato dai vescovi della Chiesa Cattolica e di alcune altre confessioni cristiane durante le celebrazioni liturgiche.
Modanatura. Listello sagomato in una cornice. A seconda del tipo di sagomatura, se rettilinea o curvilinea, la modanatura può essere costituita da superfici piane a spigoli vivi, o da Superfici
Modiglione. Ognuna delle mensole che sostengono il coronamento di un’edicola: hanno la sagoma di un gola diritta, e la decorazione consiste di solito in una foglia d’acànto sulla fronte e in doppie volute laterali.
Munificenza. L’azione munifica con la quale si dimostra grande generosità.
Oculo. Piccola apertura o finestra di forma circolare praticata in una parete o nella copertura di un edificio.
Pala (o pala d’altare). Tavola o tela rettangolare sulla quale è dipinta un’immagine sacra, spesso racchiusa dentro una caratteristica inquadratura architettonica: può anche essere costituita da una lastra di pietra o di marmo scolpita, o da una lastra di metallo lavorata a sbalzo, a cesello, etc…E posta verticalmente sul piano dell’altare, nel mezzo, dietro il tabernacolo, e viene detta anche ancona.
Pastorale. Bastone simbolico dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal vescovo nei pontificati e nelle cerimonie più solenni.
Pinnàcolo. Elemento a punta posto alla sommità di edifici o di più piccoli organismi architettonici, dei quali costituisce il coronamento e il motivo ornamentale.
Piviale. Paramento liturgico utilizzato nella Chiesa Cattolica, nella Chiesa Anglicana e in altre confessioni cristiane. Consiste in un ampio mantello con abbozzo di cappuccio lungo fino ai piedi, aperto sul davanti e fermato sul petto con un fermaglio.
Plìnto. Nell’architettura classica, basso parallepipedo di pianta quadrata che sostiene la base della colonna. Per estensione, base o piedistallo di una statua.
Presbitèrio. Parte delle chiesa riservata al clero, situata in fondo alla navata centrale e conclusa dall’àbside.
Pròtome. Elemento decorativo molto diffuso nell’arte antica, costituito dalla testa (talvolta anche con parte del busto) di una figura umana o di un animale o fantastica.
Ritrecine. Ruota idraulica orizzontale che grazie alla spinta dell’acqua fa girare la macina e di conseguenza mette in funzionamento tutto il meccanismo del mulino.
Rocchetto. Elemento facente parte dei meccanismi di funzionamento di un mulino a ruota verticale. Si tratta di una ruota a forma di gabbia cilindrica formata da due dischi di legno collegati da colonne verticali equidistanti tra di loro. Insieme al lubecchio forma il meccanismo lubecchio – rocchetto (invenzione di Vitruvio – I sec. a.C.) fondamentale per trasformare il moto verticale della ruota idraulica di un mulino nel moto orizzontale della macina e per moltiplicare il numero dei giri della macina in funzione del rapporto tra il numero dei denti della ruota e quelli del rocchetto.
Ruota dentata (o lubecchio). Elemento facente parte dei meccanismi di funzionamento di un mulino a ruota verticale. Si tratta di una ruota a corona in legno durissimo (solitamente corniolo o bosso) che porta frontalmente dei denti di legno orientati radialmente. I denti della ruota dentata sono fatti per inserirsi nelle scanalature dei rocchetti così da formare il meccanismo ruota dentata– rocchetto (invenzione di Vitruvio – I sec. a.C.) fondamentale per trasformare il moto verticale della ruota idraulica di un mulino nel moto orizzontale della macina e per moltiplicare il numero dei giri della macina in funzione del rapporto tra il numero dei denti della ruota e quelli del rocchetto.
Simbolo bernardiniano (IHS)
E’ un nomen sacrum che fin dal Medioevo ha un uso amplissimo nell’arte figurativa della Chiesa cattolica come Cristogramma: indica il nome ΙΗΣΟΥΣ (cioè “Iesous”, Gesù, in lingua greca antica e caratteri maiuscoli). Particolare impulso alla diffusione del trigramma è stato dato da san Bernardino da Siena, al cui nome esso resta associato anche oggi.
Bernardino ne promosse l’ostensione ai fedeli accorsi alle sue omelie, raffigurandolo su tavolette di legno, poste sull’altare durante la celebrazione eucaristica. Il trigramma bernardiniano era circondato da un sole a dodici raggi, riprendendo in tal modo un’iconografia precedentemente ideata da Ubertino da Casale. La pessima fama di quest’ultimo e la denuncia di un possibile uso idolatrico di tale simbolo spinsero nel 1427 papa Martino V ad ordinare l’aggiunta di una croce sopra il trattino trasversale della H maiuscola o di un tratto orizzontale sull’astina della h minuscola in modo da formare la croce.
Sinodo.Adunanza dei sacerdoti e dei chierici delle diocesi, indetta dal Vescovo.
Spiovente. Qualsiasi superficie inclinata facente parte della copertura di un edificio. In particolare, la parte di una copertura costituita da una struttura piana inclinata (che, nei tetti, è detta falda).
Sùbbia. Arnese di acciaio in forma di scalpello a punta piramidale o a punta conica, adoperato dallo scalpellino per sgrossare le pietre, distaccandone Scaglie abbastanza Voluminose.
Tamburo. Nelle coperture a cupola, struttura verticale su cui si imposta la calotta, con funzione di collegamento tra questa e l’edificio sottostante, del quale Segue la forma: cilindrica O poligonle, spesso traforata da oculi e finestre, difficilmente realizzabili nella superficie sferica della calotta.
Toro. Modanatura convessa, dal profilo semicircolare, di spessore variabile, posta generalmente alla base di una colonna.
Vano dei ritrecini. Sala in muratura di sasso di fiume con copertura voltata a botte posta al piano interrato dei mulini a ruota orizzontale. Il vano presenta una serie di aperture variabili a seconda del numero delle ruote: le aperture piccole e quadrangolari corrispondono alle docce che convogliano l’acqua all’interno della ruota, mentre le aperture archivoltate sono utilizzate per l’uscita dell’acqua dal mulino.
Volta. Nelle costruzioni, struttura di copertura che può avere forme diverse, ma in ogni caso è caratterizzata dalla curvatura delle sue superfici e dalla limitata entità del suo spessore rispetto alle dimensioni dell’area che la struttura stessa ricopre. Può variare a Seconda delle caratteristiche strutturali.
Volta a botte. Volta derivata direttamente dall’arco del quale ha le stesse caratteristiche strutturali.
Volta a crociera. Volta costituita dall’intersezione di due volte a botte, impostata su un vano quadrangolare e caratterizzata da quattro archi Sui lati del perimetro.
Volta a vela. Porzione di superficie sferica impostata su un vano poligonale e delimitata dai piani verticali che definiscono il locale sottostante.