IL PROGETTO
Nel 2014, con un articolo comparso sul nostro periodico sezionale “L’Orsaro”, come gruppo TAM (Tutela Ambiente Montano) della Sezione CAI di Parma, proponemmo un’indagine dedicata ai beni storici ed architettonici “minori” delle nostre montagne: oratori, maestà, edicole votive, fontane, cippi di confine, case-torre, mulini, loggiati, portali, sentieri storici con selciati e muretti a secco, ecc.
L’Appennino parmense, fin nella sua parte più alta, lungo il crinale al confine con Liguria e Toscana, è stato da sempre abitato e frequentato dall’uomo, che ha quindi lasciato importanti segni di questa presenza attraverso i manufatti che servivano per la residenza, il lavoro, la devozione e le comunicazioni.
Ne sono testimonianza una rete diffusa di oratori, maestà, fontane, mulini, case, piccoli agglomerati, ponti in pietra, carbonaie, metati, sentieri selciati con muretti a secco, sentieri di valico, di transumanza, di pellegrinaggio.
Inoltre, questa diffusa rete di percorsi, modificatasi gradualmente nel corso dei secoli, di strade mulattiere, sentieri di pastorizia, sentieri di carbonai, taglialegna e pellegrini, ora è parte della rete escursionistica provinciale, e si configura quindi, a tutti gli effetti, come “viabilità di utilità pubblica”.
Il nostro progetto prevede:
– Il censimento dei beni artistici ed architettonici “minori”, delle infrastrutture e dei percorsi storici dell’Appennino parmense;
– La valutazione del loro stato di conservazione, al fine di promuoverne la conoscenza, la tutela e la conservazione;
– La pubblicazione sul web dei dati e delle informazioni raccolte.
Il progetto, nel 2016, è stato approvato dal Servizio Civile Nazionale che ci ha assegnato, per l’anno 2017 e dopo selezione, due qualificate operatrici, Elisa Cavanna e Gaia Monticelli. Il progetto prosegue con Eulalia Palmieri e Carlo Raineri (2018), Lorenza Bisbano e Federica Mordonini (2019), Valentina Fontanive e Simone Ferrari (2020).