I Longobardi
Seguire i Longobardi mica è facile: una popolazione nordica in continuo movimento alla ricerca di terre migliori e in continua evoluzione. Scesi dalle fredde terre della Scandinavia, stanziano per secoli nelle diverse aree del continente europeo, migrando tra Danimarca, Germania, Polonia Ungheria e Slovenia fino ad approdare nella Pianura Padana. Dominata dalla grande prateria, che risale a sud il versante della dorsale appenninica così ricca di boschi e foreste, è il territorio perfetto per un popolo così legato alla pratica del pascolo e dell’allevamento (soprattutto del maiale) e forestale. Fondano pertanto un nuovo regno, designandone come capitale Pavia sostenuta dai vari feudi del nord, come Brescia e Mantova (VI secolo). Sconfitte le popolazioni barbare che occupavano la penisola dai tempi del crollo dell’Impero Romano, i Longobardi si spingono ancora a sud conquistando i ducati di Spoleto e di Benevento che diverranno di loro presidio fino al 1076.
Un vero e proprio corridoio geoculturale (cit. Longobard Ways Across Europe) che accomuna tutta l’Europa centrale, enormemente influenzata dal passaggio di questa popolazione dalla ricca attività produttiva, figurativa e rituale, che ha lasciato evidenti segni sul territorio.
I beni storici minori
Ripercorrere oggi la Via Longobarda del parmense, oltre a risultare un viaggio suggestivo, ci porta a capire meglio il nostro territorio nella sua contemporaneità, ricercando il suo senso in ciò che è stato. Accanto ai beni storici maggiori per fama e dimensione, come castelli e chiese antiche, vi sono una serie di beni minori da conoscere e tutelare. Ritrovamenti archeologici importanti, vecchi hospitali per viandanti, piccoli nuclei rurali e agricoli, mulini ed essicatoi, acquidocci, oratori, maestà: tutti segni tangibili sul nostro territorio che un passaggio lento e cadenzato come quello di un cammino ci aiuta a conoscere e valorizzare nel racconto e nella tutela.
La Via Longobarda nel parmense:
dal Pò al Mar Tirreno tra la Val Parma e la Val Baganza
La “nostra” Via Longobarda, che si rifà alle Vie Longobarde riunite nell’Associazione Longobard Ways Across Europe, si prefigge pertanto l’obbiettivo di ricostruire e ripercorrere il transito dei Longobardi dalla Pianura Padana alla Valle del Magra e al mare Ligure-Tirrenico verso la Tuscia, con capitale Lucca, svalicando l’Appennino. Centro nevralgico è sicuramente il Passo del Cirone, unico valico sicuro per i Longobardi visti i presidi bizantini di gran parte del crinale, dalla Romagna alla Liguria. Parma risultava già da allora punto di partenza perfetto per intraprendere lo svalico, perchè crocevia ben collegato tra i presidi del nord – Brescia e Mantova, la Via Emilia e il Passo.
Per raggiungerlo partendo dal Pò, sembra scontato puntare per Sala Baganza, toponimo longobardo per eccellenza, passando poi per Felino, Pilastro e Langhirano, dominati dal Castello di Torrechiara, imboccando questa naturale porta d’accesso all’Appennino e percorrendo il crinale che separa la Val Parma dalla Val Baganza. Queste due vallate, che a nord confluiscono nella città di Parma, racchiudono il cuore pulsante della provincia: la cultura enogastronomica, che fa di Parma la Capitale dell’Enogastronomia. Indicate con l’appellativo evocativo di FoodValley, le due vallate sono presidio di Associazioni e Consorzi di fama mondiale quali il Consorzio del Parmigiano Reggiano, del Prociutto di Prama e dei Vini dei Colli di Parma; prosciuttifici, cantine e caseifici d’eccellenza sono nascosti tra i meandri della Parma e del Baganza; in altura invece dominano le pievi, le roccaforti, le chiese romaniche e, naturalmente, i castelli.
Ma non solo Longobardi: queste terre videro negli anni successivi il transito dei commercianti del sale che dal mare della Liguria lo trasportavano verso i mercati della conca padana, e dei pellegrini medievali che a loro volta utilizzavano queste vie, già battute.
SALA BAGANZA
Inconsapevolmente venivano attraversate le aree che oggi fanno parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dei Parchi Regionali dei Boschi di Carrega e delle Valli della Parma e del Cedra, e la zona MAB (Man and Byosphere) tutelata dall’UNESCO, dal grande valore ambientale, naturalistico e antropologico.
Risulta pertanto fondamentale l’azione del GAL del Ducato e dell’ente Parchi del Ducato che, attraverso fondi di vario genere, finanziano attività di studio, recupero e promozione della Via Longobarda parmense, in collaborazione con tutti gli enti pubblici primi fra tutti i comuni coinvolti e la Sovrintendenza e privati che ne siano interessati.
Link utili:
www.longobardways.org
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