LE PIETRE E LA STORIA:
maestà, edicole votive, cippi di confine lungo le strade ed i sentieri dell’Appennino Parmense. Conoscenza e recupero.
Il quaderno didattico “Il mio paese, le nostre maestà”
Il video “Le pietre e la storia”
Il progetto è iniziato con un lavoro di censimento dei beni storici in oggetto e confluito nel data base pubblicamente consultabile in internet (https://scn.caiparma.it/), realizzato anche con la collaborazione di giovani e qualificati volontari del Servizio Civile Nazionale.
Tale studio ha messo in evidenza come alcuni di questi beni siamo particolarmente a rischio in quanto soggetti a danneggiamenti, sottrazioni, depauperamento, degrado, dovuto anche alla presenza di inquinanti e di colonizzazioni biologiche (licheni)..
Si è quindi provveduto ad elaborare un progetto di restauro approvato della Fondazione Cariparma che lo ha meritevolmente finanziato.
A tal fine sono state individuate, nei comuni di Corniglio, Monchio, Palanzano, Tizzano Val Parma e Neviano Arduini, 20 maestà per le quali si è anche provveduto ad attivare la prevista procedura autorizzativa presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Parma e Piacenza.
L’incarico di restauro è stato affidato alla ditta Archè Restauri, provvista di specifica abilitazione. L’intervento è stato documentato, in tutte le sue fasi, con riprese video e fotografiche, realizzate da Gianpaolo Bigoli (Wendy film).
La documentazione di questo progetto si è completato con l’allestimento una mostra itinerante nei 5 Comuni interessati e l’organizzazione di 8 incontri con proiezioni di foto e video.
e la predisposizione di una dispensa pensata per poter essere eventualmente utilizzata anche da alunni ed insegnanti
A partire dal gennaio 2017 la Sezione di Parma del CAI ha iniziato un lavoro di censimento dei beni storici “minori” della nostra montagna (edicole votive, edifici rustici per l’essicazione delle castagne, ponti in pietra, case-torre, mulini ad acqua, cippi di confine, abitazioni temporanee, fontane storiche, sentieri e percorsi escursionistici con particolare attenzione a quelli con fondo selciato e muretti a secco) ha dato come esito la realizzazione di un sito web nel quale sono confluite le numerose schede (ad oggi circa 300) redatte con la collaborazione di giovani ma qualificati volontari che hanno attivamente lavorato nell’ambito di un progetto specifico approvato dal Servizio Civile Nazionale.
La schedatura di tali beni è inoltre completata dalla documentazione fotografica che prevede anche la ricerca di foto storiche, in modo da verificarne le eventuali trasformazioni. Il progetto, per la sua definizione e per il controllo dei vari stati di avanzamento, si avvale della collaborazione di esperti che, nelle fasi iniziali, hanno anche curato la formazione dei volontari del Servizio Civile. Prevede inoltre la collaborazione con associazioni e centri studi di valle, la predisposizione di strumenti di informazione, l’organizzazione di incontri pubblici sul territorio montano ed il coinvolgimento degli istituti scolastici al fine di sensibilizzare docenti ed alunni alla conoscenza ed alla cura di questi beni che appartengono ai loro territori ed alla loro storia.
Tale studio ha messo in evidenza come alcuni di questi beni siamo particolarmente a rischio in quanto soggetti a danneggiamenti, sottrazioni, depauperamento, degrado (dovuto anche alla presenza di inquinanti), perdita delle funziono originarie che determinano quindi un grave stato di abbandono. Si stima che, ad esempio, siano oltre 400 le maestà presenti nel nostro Appennino e purtroppo alcune di esse sono state asportate e molte manifestano problemi di conservazione, con abrasioni, rotture delle formelle in marmo e consunzione, soprattutto nelle maestà che si trovano lungo la viabilità principale. Tuttavia esse conservano ancora intatto il loro fascino e, soprattutto, rappresentano una forma di devozione popolare ancora oggi molto sentita tra le popolazione montane, un segno sul territorio sulle strade e lungo i sentieri dell’Appennino. Problemi più o meno analoghi riguardano anche i numerosi “termini” (cippi di pietra) che segnavano i confini degli antiche stati ducali, e che ancora sono presenti lungo i crinali del nostro Appennino.
Il progetto intende innanzitutto raccogliere informazioni riguardanti questi problemi di conservazione, proporre e realizzare interventi di recupero e restauro, di alcune significative testimonianze della devozione popolare (maestà, edicole votive) e da alcuni esempi significativi dei termini di confine degli Ducato di Parma, con il contributo di esperti del settore.