“La Santa, effigiata a figura intera e in posa frontale, è avviluppata nell’ampio dispiegarsi del panneggio della veste e del manto, con tratti di grande morbidezza, ed è corredata dei tradizionali attributi identificativi, ispirati ai simboli dell’iscrizione dipinta sulle tegole di terracotta che ne ricoprivano i resti mortali: la palma, l’ancora spezzata (allusiva al tentativo di annegamento) e la corona di fiori.
Il culto della Santa ebbe ampia diffusione in Europa e oltre oceano a seguito di eventi miracolosi determinatisi nei primi decenni del XIX sec., e che larga eco suscitarono portando in breve tempo alla fondazione di congregazioni laicali, associazioni, istituti femminili di educazione, chiese e oratori. Tuttavia, già a partire dal 1837 il culto della “nuova” santa cominciò a suscitare perplessità e dubbi, tanto da portare alla fine del secolo ad un riesame critico dell’intera questione, a seguito del quale la Sacra Congregazione dei Riti determinò di togliere dal calendario liturgico il nome di Filomena, nonostante i miracoli avvenuti e la devozione ampiamente riscossa.
Per queste ragioni l’erezione della maestà in oggetto può essere cronologicamente collocata entro e non oltre il terzo quarto del XIX sec., e può, presumibilmente, porsi in rapporto con l’epidemia di colera che interessò la Val Parma nel 1867 (a Filomena si attribuì infatti la preservazione di Mugnano, ove il suo corpo era stato traslato da Roma, dall’epidemia di cholera morbus del 1843, nonchè la guarigione di numerosi colerosi).”
La formella è innestata entro un tabernacolo in arenaria di notevole rilevanza dimensionale e di pregevolissima fattura, impostato su mensola sagomata a gola, con frontespizio ornato da cherubi in volo, sorreggenti una corona di lauri, e da simboli bernardiniani (elementi decorativi largamente attestati nel repertorio ornamentale dei manufatti in arenaria di quest’area), sormontato da un coronamento di complessa articolazione decorativa, a volute fitomorfe convergenti e cimasa ornata da una testina angelica.” (1)
Un ornamento simile si trova nella vicina chiesa di S, Giacomo sull’arco di una nicchia contrassegnata dalle sigle ND e CJ) che ospita un statua in gesso raffigurante una Madonna con bambino, entrambi coronati.
ISCRIZIONE
A lettere capitali sul bordo inferiore in lieve aggetto: S. FILOMENA V. M.
Formella in marmo bianco di ambito carrarese, cm. 34X25
Stato di conservazione: discreto. Risulta invece deteriorato il tabernacolo, soprattutto nella cornice superiore.
Note e bibliografia:
(1) Anna Mavilla, Le Maestà dell’alta Val Parma e Cedra, Ravenna, Longo, 1996, p. 170, n. 4.6;
Gli uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra. A cura di P. Calzolari, Langhirano, s. n., 1997, p. 47;.
Caterina Rapetti, Marco Fallini, Per antiche strade : immagini di devozione lungo la Val Parma, Parma, Silva, 2002, p. 154, n. 3.120);
Le trame della storia fra ricerca e restauro, a cura di Lucia Fornari Schianchi con la collaborazione di Mariangela Giusto, Parma, Grafiche Step, 2005, p. 589
La maestà si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via Longobarda, che collega la pianura Padana al mare ligure-tirreno, attraversando due Parchi regionali e uno nazionale, e ricadendo per buona parte dentro l’area MAB-UNESCO.
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Iconografia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Coordinate Geografiche | 44.445846, 10.035215 |
Quota | 855 mt. |
Epoca | XIX Sec. |
Proprietà | privata |
Stato di conservazione | |
Segnalato da | |
Rilevatore / compilatore | |
Data sopralluogo | 19/12/2020 |