La maestà si trovava nel sentiero che porta al mulino di Aneta. In seguito al forte deterioramento di questo manufatto la formella in marmo è stata “messa al sicuro” ed oggi si trova presso un abitante di Aneta, in attesa di una sua idonea ricollocazione.
Riportiamo il testo di Anna Mavilla pubblicato nella scheda dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico:
“Il notevole deterioramento subito dalla formella a rilievo rende assai difficile la lettura dell’insieme, che sembra essere stato di qualità non modesta, come attesta la stessa costruzione architettonica della composizione, con le figure rigorosamente inquadrate entro la nicchia formata dal modesto sguancio dell’incorniciatura centinata.
Al centro del gruppo, presentata assisa frontalmente su un trono di nubi, la Madonna, col capo velato e il Figlio ignudo sulle ginocchia, porge con la destra il rosario a San Domenico, inginocchiato in devozione ai suoi piedi; a destra Sant’Antonio da Padova leva verso il Bambino la mano a riceverne lo stelo fiorito del giglio.
La formella, perimetrata da una semplice cornice in arenaria composta da quattro stipiti, minuti ed irregolari, è inserita in una cappelletta votiva di cui è andata presumibilmente perduta l’originaria copertura con volta a botte, sostituita, allo stato attuale, da un modesto tettuccio a tavole di legno, sormontato da lastre in pietra.
Il serrato senso della composizione e l’accuratezza dell’intaglio, che si rivela ancora evidente, nonostante il cattivo stato di conservazione, nell’ampio e morbido panneggiare e nella sicura definizione della morfologia dei corpi, nonchè la patente arcaicità del parato murario dell’edicola, caratterizzato da una pezzatura a conci assai irregolari, assemblati a secco, attestano l’antica origine della cappelletta votiva e della maestà in essa innestata, e suggeriscono (date le affinità con gli splendidi pezzi seicenteschi presenti in località Trecoste e La Valle di Monchio) di collocare l’esecuzione della formella in oggetto in un ambito cronologico compreso fra i secc. XVII/ XVIII.
STATO DI CONSERVAZIONE: la lastra risulta spezzata in quattro sezioni da profonde fratture trasversali; parzialmente deleti i volti dei Santi e della Madonna; perduto, per netta frattura, il viso del Bambino; corrosa da muffe e funghi e deturpata da scritte a matita e a sgraffio la superficie del rilievo.
Formalla in marmo bianco, di ambito carrarese, cm. 42X35
PROPOSTA DI RESTAURO:
BIBLIOGRAFIA
Anna Mavilla, Le Maestà dell’alta Val Parma e Cedra, Ravenna, Longo, 1996, pp. 38, 71, n. 1.24, fig. 1.24;
Giuliano Cervi, Guida all’Appennino parmense : l’ambiente naturale ed i caratteri degli insediamenti storici, Parma, Battei, 1987, p. 32.
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Iconografia | Madonna del Rosario, S. Antonio da Padova, S. Domenico di Guzman |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Stato di conservazione | |
Epoca | XIX sec. |
Proprietà | privata |
Destinazione d'uso attuale | Maestà |
Destinazione d'uso storica | Maestà |
Rilevatore / compilatore | |
Data sopralluogo | 26/12/2019 |