L’edificio che ospitava il mulino, già censito nel catasto del 1825, è oggi completamente ristrutturato ed adibito ad abitazione dove risiede la figlia del mugnaio e la sua famiglia.
Si conserva ancora originale la stanza delle macine, che rimasero in attività circa fino agli anni 70, dove vengono conservati nel loro alloggiamento due dei tre palmenti azionati da altrettante ruote orizzontali, che macinavano rispettivamente frumento e granturco. L’acqua derivata dal Ceno inoltre azionava una piccola centralina idroelettrica.
La terza macina è conservata nel giardino ed adibita a tavolino da esterno. Al suo posto, recuperata e ristrutturata in seguito all’alluvione del Ceno del 2015, è sistemata una delle ruote a ritrecine.
La stanza conserva ancora tutti gli elementi della stanza del mugnaio: dalla tramoggia in legno alla leva collegata alla ruota,fino al grande setaccio usato per epurare la farina dalla crusca.
La proprietaria dell’immobile è la figlia del mugnaio e ne racconta la storia di come, da mezzadro in un’altro mulino, abbia infine acquisito questo edificio per mantenere la propria famiglia.
Bibliografia:
F. De Lucis, A. Morselli, L. Rubin, Aqua Masnada, C.P.C.A., Reggio Emilia, 1990, p. 321.
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Coordinate Geografiche | 44°39'44.3"N; 9°50'08.2"E |
Stato di conservazione | |
Destinazione d'uso storica | Mulino |
Destinazione d'uso attuale | Abitazione civile, Deposito |
Proprietà | privata |
Rilevatore / compilatore |