L’antico opificio, abbandonato da decenni ed attualmente diroccato, si trova alla confluenza del Ceno con il torrente Dorbora, in località Molino di Ceno.
Il mulino figura per la prima volta nella mappa catastale del 1825 di proprietà Gazzi Marco e Consorte e successivamente compare nella carta idrografica del 1888 denominato Cerro a Valle (deformazione di Ceno). L’edificio è censito come mulino a ritrecine anche nel Genio Civile di Parma, Derivazione Acque Pubbliche del 1929 e risulta di proprietà Antoniazzi.
Attualmente dell’antico mulino costruito in sassi squadrati esistono dei ruderi coperti di vegetazione. Si può dedurre che l’edificio fosse costituito da due corpi di fabbrica, di cui uno più piccolo in pianta ma più sviluppato in altezza. Si può immaginare come un tempo funzionassero le due ruote a ritrecine che azionavano le quattro coppie di macine, forse anch’esse ancora presenti in loco ma nascoste dalla vegetazione.
Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia 1990, p. 312, n. 281
ASPR, CCI, Bardi, Sez. F., part. 966 bis
CIDR 1888, p.54, n. 481
GCPR, Derivazione Acque Pubbliche, III BI 249
Informazioni aggiuntive
Altre denominazioni | Cerro a Valle, Mulino di Grezzo |
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Classe tipologica | |
Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Coordinate Geografiche | 44.624503, 9.677384 |
Quota | 455 mt. |
Epoca | XIX Sec. |
Proprietà | privata |
Stato di conservazione | |
Destinazione d'uso attuale | Rudere |
Destinazione d'uso storica | Mulino |
Rilevatore / compilatore | |
Data sopralluogo | 17/10/2019 |