“Don Celso Mori ricordava come l’ospizio dell’Incisa fosse a sua volta collegato con un quarto ospizio, posto presso il monte Tomarlo: “anche di esso si hanno memorie fin dal 1200 dal Not[aio] Gugl[ielmo] Cassinese, il quale redigendo il processo svoltosi per ordine di Papa Innocente III per una controversia sorta tra il Vescovo di Piacenza e l’Abate di Borzone cita come teste un certo Bernardo che vien detto ospitaliero dell’Ospedale del Tommarlo” (1).
Ne deduce che anche gli ospizi della Scaletta e dell’Incisa risalissero a prima del XIII secolo .
In proposito, il Boccia aveva precisato: “Da questo Monastero, ossia Spedale [dell’Incisa], si comunicava con un altro situato a piè di Monte Tomarolo nel luogo detto il Casone dei Bozzini distante quattro miglia da questo” (2).
In un documento del 1330, gentilmente fornitomi da Daniele Calcagno, è riportato l’atto con cui Percivalis de Flisco concedeva in affitto a Guillelmus de villa de Alegrancia “petiam unam terre laborative prope hospitale Tomarli cui coheret superius sommitas montis et inferius terre monasterii de Borzono”.
Unitamente a Giannino Agazzi, abbiamo potuto constatare che il toponimo “Casone Bozzini” è ancora ben conosciuto sul versante della Val d’Aveto e, particolarmente, a Villa Neri, posta in Comune di S. Stefano, sotto il passo del Chiodo.
Sulla base delle indicazioni ricevute, si sono individuati i labili ruderi rimasti, posti proprio sul crinale, a circa 1350 m.s.l.m., sul lato parmense, all’intersezione della vecchia strada che dal Penna (passo del Chiodo) va verso il Tomarlo con la strada che da Volpara (Bedonia) andava verso Alpicella; oggi si trovano a poche decine di metri dalla strada che dal Chiodo va al Tomarlo; il sito è prossimo alla grande roccia ofiolitica che costituisce la sommità del Tomarlo.
Si tratta di resti a appena affioranti dal terreno, disseminati su una superficie di circa 18 per 9 metri, del tutto abbandonati e a rischio di cancellazione”.
[Testo di Corrado Truffelli]
L’ospizio era il quarto della serie degli ospitali collocati sulla strada fra il Passo del Bocco ed il Passo del Tomarlo.
(1) Celso Mori, Storia di S. Maria del Taro, Supplemento del Bollettino Parrocchiale di S. Maria del Taro, (Parma), Chieri, Stabilimento lino-tipografico chierese di G. Martano, 1939; ripubblicato, con aggiunte, in: S. Maria del Taro e il Monte Penna, a cura di F. Ferrari, Parma, Tipografia G. Ferrari & Figli, 1964.
(2) Antonio Boccia, Viaggio ai monti di Parma, Parma, Palatina, 1989
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
Località | |
Vallata | |
Comune | |
Coordinate Geografiche | 44°27'52.1"N 9°27'56.1"E ; 44.464463, 9.465596 |
Quota | 1.350 mt. |
Epoca | XI-XIV Sec. |
Destinazione d'uso attuale | Rudere |
Destinazione d'uso storica | Ospitale |
Stato di conservazione | |
Data sopralluogo | 2001 |
Segnalato da | |
Rilevatore / compilatore |