Essiccatoio di casa Oppici (Corniglio, loc. La Brea)

“Si tratta di un edificio multifunzionale [annesso a casa Oppici].
Da un lato è ancora visibile la sagoma di un pozzo cilindrico, che era accessibile dallo sportello, tuttora esistente nel cortile.
La parte inferiore dell’essiccatoio (quella seminterrata) serviva come deposito per una piccola macchina per trebbiare il grano.
La parte superiore, accessibile dal cortile, costituiva e costitui sce l’essiccatoio vero e proprio.
Il locale ove si manteneva e si mantiene acceso il fuoco doveva servire anche da lavanderia, in quanto presenta ancora un ampio camino in legno con accanto un grosso vascone in cemento (quello antico in arenaria si era probabilmente deteriorato).
Il finestrone dell’essiccatoio, accessibile dal cortile, è stato costruito con materiali probabilmente ricavati da fabbricati – destinati ad altri usi – precedentemente demoliti.
Il pilastrino verticale sinistro presenta infatti le scritte “DG-BM” e la data 1692 sormontate dal fregio con i tre chiodi della croce, come nel portale datato 1720.
Altri due pilastrini, che fungono da davanzale, portano ognuno una croce incisa: la prima più stilizzata e la seconda meglio definita.
I bracci di ambedue le croci sono trifogliati.

L’essiccatoio entrava in funzione al termine della raccolta, verso la fine di ottobre; le castagne venivano sistemate nella parte più alta dell’edificio su apposite assicelle di legno.
Per quaranta giorni circa si doveva mantenere all’interno del pittoresco fabbricato un debole fuoco, capace di prosciugare completamente dall’umidità i piccoli frutti stesi sulla “graticola”.
Le castagne, debitamente essiccate, venivano infine ripulite dagli involucri esterni, anticamente con procedimenti manuali e successivamente con l’utilizzo di più moderni sistemi meccanici (macchine trebbiatrici).
La trebbiatura avveniva (e ancora avviene) nell’aia antistante all’essiccatoio e rappresentava un brioso momento di operosa festa contadina: una festa che nel cortile di casa Oppici si ripete ormai da centinaia di anni.
I pesanti sacchi di castagne – essiccate e ripulite – venivano portate al mulino e quindi trasformate in preziosa farina, indispensabile per la preparazione di singolari e basilari vivande.” (1)

(1) Gli uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra. A cura di P. Calzolari, Langhirano, s. n., 1997, p. 48.

 

 

Informazioni aggiuntive

Classe tipologica

Tipologia Beni storici

Comune

Località

Vallata

Coordinate Geografiche

44.439866, 10.027662

Quota

933 mt.

Epoca

XX Sec.

Data

Proprietà

privata

Stato di conservazione

Rilevatore / compilatore

Data sopralluogo

27/11/2019