L’abete bianco di Rocca Pumaciolo (Monchio)
Si tratta di un semplare autoctono, collocato su ripido pendio esposto a nord e circondato da faggi.
L’aspetto “a candelabro” è probabilmente dovuto ad un fulmine che lo ha colpito e ne ha quindi determinato il successivo sviluppo. (1)
Secondo gli studi condotti da Andrea Piotti, ricercatore del CNR, e Paolo Piovani, biologo e ricercatore presso l’Università di Parma, fa parte di una delle più antiche popolazioni relitte di abete bianco presenti in Appennino centro-settentrionale (fra queste anche e soprattutto quella di M. Nero), a maggiore variabilità genetica e sopravvissute all’era glaciale. (2)
E’ compreso nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Questo esemplare è tutelato come Albero Monumentale d’Italia (AMI) con decreto n. 540 del 19/12/2017.
Fa parte anche dell’elenco degli alberi monumentali della Regione Emila-Romagna (decreto n. 139 dell’8/7/2021).
Stato sanitario: discreto
Stato strutturale: discreto
Circonferenza: 392 cm.
(circ. min. per considerare “monumentale”, da parte della Regione Emilia-Romagna, un esemplare di abete bianco: 320 cm.)
Altezza: 18 mt. circa
Coordinate geografiche: 44.38419, 10.06097
Quota: 1.490 mt. s.l.m
Note e bibliografia
(1) M. Carboni, Monumenti viventi. Alla scoperta degli alberi monumentali di Parma e provincia, Parma, 2022, p. 22-23.