Lapide (Tornolo, loc. Passo della Croce)

Alcune decine di metri prima di giungere al passo della Croce (da non confondere con il passo di Cento Croci), salendo da Casale, è visibile una piccola lapide sul ciglio della scarpata soprastante, a sinistra la strada. Durante la bella stagione può essere quasi completamente sommersa dalla vegetazione.

“Vicino alla Croce, il piccolo “passo” sopra Casale, che si varca per andare a Cà Giumella (noi dicevamo Fontana Gemella, per la magnifica fontana che sgorgava in quel posto) vi è una piccola lapide di arenaria, con incisa una croce, un anno: 1782, due iniziali: G.C.
Nonna Fiorina mi ha sempre detto che quella lapide ricorda un contrabbandiere ucciso dalle guardie di confine (a quel tempo era duca di Parma Ferdinando I di Borbone). In effetti, nel Liber Mortuorum della Parrocchia di Casale (attualmente conservato presso il Seminario di Bedonia) alla data del 28 giugno 1872 si legge: «Giovanni del fu Domenico de Carmellis, marito di Margarita Bellomi, ieri ucciso in strada (alla Croce) di ritorno da Fontana Gemella, oggi compiute le esequie senza l’Ufficio dei morti da me Giovanni Battista Antoniazzi Rettore di questa Parrocchia di Casale è stato tumulato in questa stessa mia chiesa»; girata la pagina del Liber, alla data del 23 novembre, si legge: «N.N. una delle guardie del dazio di Borgotaro, Bardi e Compiano dopo aver eseguito alcune perquisizioni nelle casupole della parrocchia di Santa Maria del Taro, ricevuto un colpo in fronte, spirò immediatamente, come dicono i compagni, e trasportato furtivamente nel territorio di Casale, dopo gli atti di legge, fu sepolto nel Cimitero davanti alla porta maggiore di questa Chiesa […] sul lato sinistro». Vi fu un collegamento fra le due uccisioni? Non ho le prove, ma penso proprio di sì! Fu questo uno dei tanti cruenti episodi della lotta fra contrabbandieri e guardie di confine. Commercianti, spalloni, mulattieri, contrabbandieri: queste figure erano contigue o, addirittura, si confondevano o distinguevano secondo le circostanze, a cominciare dai controlli e dalla pressione fiscale esercitata dai pubblici poteri: «Al tempo del Ducato – si dice in Cenni Storici di Albareto – non esisteva un commercio regolare; tutto era contrabbandato»” (1)

Note:
(1)  Testimonianza di Corrado Truffelli.

Bibliografia:

(don) Tommaso Grilli, Giovanni Tommaselli, Il Pellegrino (don Duilio Odoidio Schiavetta), Cenni storici di Albareto, Piacenza, Grafiche Lama, 1995.

Gianni Pasquinelli, Accadimenti nel Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla e successivamente Pontremoli nella prima metà dell’Ottocento, 2017

Corrado Truffelli, Emigrazione e contrabbando: la Montagna parmense nella prima metà dell’Ottocento, «Archivio storico delle province parmensi», quarta serie, LXVIII (2016), pp. 287-318.

Informazioni aggiuntive

Classe tipologica

Tipologia

Località

Vallata

Comune

Coordinate Geografiche

44°26'31.7"N 9°35'05.2"E; 44.442138, 9.584774

Quota

1.085 mt.

Epoca

XIX Sec.

Proprietà

privata

Destinazione d'uso attuale

Mulino

Destinazione d'uso storica

Rudere

Stato di conservazione

Segnalato da

,

Rilevatore / compilatore