Maestà San Rocco (Langhirano, loc. Tabiano di Castrignano)

La formella in marmo apuano, rappresentante San Rocco, è collocata sulla parete in pietra di una fontana, incastonata entro una cornice in terracotta. Alla base della formella in marmo è presente l’iscrizione “S. ROCCO”, mentre a sinistra della maestà sorge la relativa targa, recante l’iscrizione:
“ROCHO S TUTELARI / OB INCOLAS PAGI HVI / AB INDICO MORBO SERVATOS A MDCCCXXXVI / SIGNATUM POSVIT”.
Dalla scritta di evince che la formella è stata posizionata sulla fontana nel 1836 (MDCCCXXXVI) per ringraziare San Rocco, protettore delle malattie contagiose, al termine di un’epidemia di peste.
Il muro della fontana ospita anche un’altra maestà in marmo con relativa cornice in terracotta, rappresentante la Madonna Addolorata.

San Rocco è il protagonista della scena, vestito da pellegrino con la borraccia legata alla vita ed il copricapo in mano. Il Santo è inginocchiato nell’atto di venerare la Madonna ed il Bambino che appaiono tra le nuvole in lontananza, presso un angolo della formella. San Rocco è in compagnia di un cane, che a sua volta lo guarda con ammirazione.

Sia la formella che la targa, nel 2005 sono stati oggetto di una campagna di restauro a cura di Archè Restauri. La targa in particolare, alla fine degli anni 90 presentava dei graffiti a matita.

Bibliografia:
Caterina Rapetti, Marco Fallini, Per antiche strade : immagini di devozione lungo la Val Parma, con un contributo sulla viabilità antica di Gianluca Bottazzi, Parma, Silva, 2002

La maestà si trova nell’area di passaggio di ben due Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via Longobarda, e la Via di Linari che collegano la pianura Padana ai centri oltre Appennino, sulle orme dei Longobardi la prima, dei fedeli del Volto Santo diretti all’Abazia di Linari la seconda. Risalendo i due crinali che paralleli puntano verso il confine sud della regione, entrambe attraversano Parchi regionali e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ricadendo per buona parte dentro l’area MAB-UNESCO.