Il mulino sorge un fondo alla stretta valle del rio Pontonenero, affluente del Sissola, che si getta nel Taro. L’edificio in sasso si compone di tre corpi di altezze diverse giustapposti tra loro e coperti da tetti a due falde in lastre di pietra. L’esterno è caratterizzato da una grande ruota verticale in ferro, ancora oggi ben conservata.
Cessata la sua attività attorno al 1975, giace da allora abbandonato. L’interno conserva ancora la coppia di palmenti che, secondo testimonianze degli abitanti del luogo, lavoravano a volte anche di notte. La struttura è consolidata da catene in ferro. I materiali da macinare erano portati a spalle o caricati su bestie da soma, che venivano legate all’ancora presente anello inserito nella muratura, in quanto i sentieri erano troppo ripidi per essere solcati dai carri.
Il mulino è situato in una zona particolarmente impervia, nella stretta valle, lungo la strada che collega Pontestrambo a Setterone. I due sentieri originali, tracciati sui pendii della montagna, sono invasi dalla vegetazione. Uno dei due si collega alla strada per Setterone l’altro, che collegava il mulino con Strepeto (dove probabilmente risiedeva il proprietario) è oggi interrotto d una frana.
Bibliografia:
Flavia De Lucis, Alberto Morselli, Lorenza Rubin, Aqua masnada : mulini e mugnai dell’Appennino reggiano e parmense, Reggio Emilia, C.P.C.A., 1990.
Sitografia:
Roberto Pavio, Mulino di Setterone: testimone e protagonista del vivere quotidiano della civiltà rurale e contadina. per www.valgotrabaganza.it, Febbraio 2014 consultato a Febbraio 2019
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
---|---|
Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Epoca | XIX Sec. |
Stato di conservazione | |
Destinazione d'uso storica | Mulino |
Destinazione d'uso attuale | Edificio abbandonato |
Proprietà | privata |
Segnalato da |