Il Palazzo Tarasconi (oggi Canali) sorge nel borgo di Castrignano, uno dei più interessanti insediamenti storici della collina parmense, e di esso costituisce l’emergenza architettonica più significativa.
L’attuale configurazione del complesso risale alla fine del sec. XVII, primi de cenni del sec. XVIII: tale datazione sembra confermata, oltre che dall’analisi dei caratteri stilistici e decorativi, anche da una formella posta sopra il portone di ingresso, la quale recita “1723 / REGES IMPERIUM PLURES NO ACCIPIT UNU / QUINQ : TAMEN DNOS HAEC HABET UNA DOMU” (“un solo regno non accetta più re , mentre questa casa ha da sola cinque padroni)”. (1)
E’, tuttavia, indubbio che l’edificio sorga su preesistenze murarie anche assai antiche, variamente modificate nel tempo: l’abitato di Castrignano, infatti, già esistente e citato in numerosi documenti fin dal sec. X come feudo del Vescovo di Parma e divenuto della famiglia Rossi nel sec. XIV, assunse un ruolo notevole nel sistema di strutture militari organizzato da Pier Maria nel proprio territorio, tanto che la Rocca da lui eretta appare affrescata nella celebre “Camera d’Oro” del Castello di Torrechiara.
Il complesso in oggetto prospetta sulla via con un muro perimetrale in sassi, interrotto al centro da un imponente portale in mattoni ad arco, con timpano triangolare di coronamento e paraste laterali, il cui rilievo formale ne segnala l’im portanza nel contesto urbano.
Il palazzo vero e proprio sorge sul fondo di un piccolo giardino: la facciata, ispirata ai modi tipici dell’architettura parmigiana delle Ville dei secc. XVII – – XVIII, è impostata su un asse di simmetria centrale sottolineato dal portone di ingresso centinato, sovrastato da un ampio finestrone: particolari ornamentali come la chiave d’arco del primo e l’architrave del secondo, dal disegno mistilineo all’intradosso, evidenziano il carattere settecentesco dell’edificio.
Le altre finestre del piano terra e del 1° piano, dal più semplice profilo rettangolare e di sposte nel numero di due per lato, si impostano al di sopra di cornici marcapiano di notevole rilievo, mentre in corrispondenza del sottotetto, si apre una serie di finestrelle ovali dal tipico disegno roccocò.
Infine, al pianterreno uno zoccolo rastremato a scarpa, alto quanto metà del portale, dà consistenza formale al basamento dell’edificio.
Mentre le facciate laterali continuano tale composizione, sul retro l’aggregazione di altri piccoli corpi di fabbrica, quali anche un LOGGIATO a tre arcate sorrette da pilastri, e le variazioni di quota imposte dal dislivello del terrene, rendono più mossa e variata la volumetria.
Tutto l’insieme trova, tuttavia, il suo elemento di unificazione cromatica e strutturale nella bella muratura in sassi ad “opus incertum”, con molte inserzioni in mattoni, dovute alle riprese avvenute nel corso dei secoli, la quale costituisce anche un fattore di grande suggestione ambientale.
Pure al suo interno la villa, organizzata su una pianta anch’essa simmetrica, con scala al centro e sale sui lati, presenta non pochi elementi di interesse de corativo e architettonico.
Innanzitutto il bello scalone, a tre rampe, con elegante balaustra in ferro battuto e decorazioni a stucco sulle volte rampanti, il qua le presenta l’infrequente caratteristica di aprirsi sul vano di ingresso con tre scenografiche arcatelle sospese, sottolineate da stucchi decorativi.
Poi, sale con coperture a volta e ornate con medaglioni recanti raffigurazioni pittoriche murarie di soggetti sacri, di un qualche valore artistico, oltre che decorativo; in due ambienti, sono inoltre presenti anche due bei camini in marmo.
Il complesso era di proprietà dei Tarasconi, potente famiglia della zona e titolare del feudo di Calestano, ancora nell’Ottocento il loro stemma (tre gigli in cam po azzurro con leone rampante), compare in una delle sale, nel dipinto raffiguran tr S. Ilario, ed, inoltre, una targa votiva in marmo posta sotto la loggia reca l’iscrizione : “Margherita Fattori Tarasconi / per sua devozione / nel 1812”.
Tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo passò prima agli Stocchi, poi agli Scaroni.
Nel 1944 un rovinoso incendio appiccato dai tedeschi danneggiò una par te della casa, devastando le parti lignee, ma lasciando sostanzialmente integre le strutture murarie: gli allora proprietari provvidero, nel dopoguerra alle ricostru zioni necessarie.
Agli attuali proprietari Canali in complesso è pervenuto in tempi recenti per alienazione.
Nel loggiato esterno si trova una maestà dedicata alla Madonna dell’Aiuto.
In aderenza al lato est dell’edificio si innalza la TORRE, costruita in epoca precedente al palazzo stesso.
In passato la torre era fisicamente collegata al palazzo con uno stretto corpo di fabbrica, successivamente ampliato, che risulta ancora individuabile nelle sue strutture murarie. Il passaggio avveniva attraverso una poirta poi chiusa in seguito al frazionamento della proprietà.
La torre consiste in un massiccio corpo a pianta rettangolare, sviluppato su 4 piani e di una contigua costruzione su tre piani, contenente la scala e i servizi. E’ caratterizzata da muratura in pietra in pietra locale ad “opus incertum”, elemento costruttivo ed estetico che è comune anche al palazzo e alle altre case del borgo.
Al di sotto della linea di gronda è rilevabile una cornice dentellata in cotto. Le finestre sono ad arco fortemente strombato mentre il tetto presenta una ricca orditura in travi di rovere.
(1) Sotto questa targa era presente, al tempo del censimento operato da Marco Fallini nel 1998 una maestà in marmo raffigurante una Madonna dell’Aiuto che oggi non sembra più collocata nella stessa posizione.
Il palazzo si trova nell’area di passaggio di ben due Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via Longobarda, e la Via di Linari che collegano la pianura Padana ai centri oltre Appennino, sulle orme dei Longobardi la prima, dei fedeli del Volto Santo diretti all’Abazia di Linari la seconda. Risalendo i due crinali che paralleli puntano verso il confine sud della regione, entrambe attraversano Parchi regionali e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, ricadendo per buona parte dentro l’area MAB-UNESCO.
Informazioni aggiuntive
Classe tipologica | |
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Tipologia Beni storici | |
Iconografia | |
Comune | |
Località | |
Vallata | |
Coordinate Geografiche | 44°36'40.6"N 10°13'33.7"E |
Collegamenti | |
Quota | 540 mt. |
Epoca | XVIII Sec. |
Data | 1723 |
Proprietà | privata |
Stato di conservazione | |
Segnalato da | |
Rilevatore / compilatore | |
Data sopralluogo | 10/10/2019 |