Pilastro commemorativo (Monchio delle Corti, loc. Lugagnano)

Il pilastro sorge in prossimità dei primi metri del ponte antico di Lugagnano e si innalza a partire dal muretto che funge da corrimano del ponte.
Il manufatto in pietra ha una sezione rettangolare ed una buona parte del suo largo fronte è occupato da una lapide. L’iscrizione sorge per ricordare che il ponte fu costruito nel 1602 per volontà di Ferdinando Farnese, Vescovo di Parma. Successivamente l’infrastruttura, assai utile per la comunità, si trovò in condizioni fatiscenti a causa del degrado causato dal tempo, fino a quando venne finalmente restituito al suo antico splendore per volontà del Vescovo Adeodato Turchi, nell’anno 1801.
Qui di seguito si riporta l’iscrizione latina, così come è incisa sul marmo:

OVI PONS VERTENTE ANNO MDCII
FERDINANDO FARNESIO PARMENSIVM
ANTISTITE NT MVNCHI DYNASTA
IN COLONORUM COMMODUM FVERAT
EXCITATUS INIVRIA TEMPORVM
FATISCENS ET PENE LABASCENS
ADEODATI TVRCHI E CAPVCCINORUM
FAMI……..EPISCOPI MVNIFICENTIA
EST RESTITVTVS AGGERE ADIECTO
PRO MVNIMENTO AB INCHOATO
EXTRVCTO ANNO MDCCCI

La parte sommitale del pilastro si presenta con un frontone ad arco curvo, al centro del quale sorge una maestà rotonda in marmo raffigurante la Madonna del Rosario.

In prossimità del lato sinistro e destro della maestà sono innestati due stemmi vescovili composti, secondo la tradizione araldica, da uno scudo ovale sormontato da un cappello pretalizio con cordoni a dodici fiocchi pendenti, sei per ciascun lato. All’interno dello scudo di sinistra sono rappresentate due braccia che si incrociano in prossimità di una croce cristiana, un profilo di giovane uomo ed una costruzione sormontata da una torre merlata, simbolismi tratti probabilmente da idealità personali, o da tradizioni familiari riferiti al Vescovo Adeodato Turchi. Entro lo scudo di destra è rappresentato lo stemma della famiglia del Vescovo Ferdinando Farnese composto da sei gigli, posti tre in capo, due al centro ed uno in punta. Alla base di ciascuno dei due stemmi è posto un cartiglio, quello di sinistra reca l’iscrizione “F.A.T.L.P. 1802 S.E. “, mentre quello di destra porta l’incisione “F.F.E.P. 1602 M.G.F.”

L’intero gruppo scultoreo fu interessato nel 2005 da un intervento di restauro per l’IBC a cura di Archè Restauri. Il pilastro ed i manufatti in marmo innestati su di esso gravavano, già dagli anni ’90, in condizioni di conservazione mediocri. Con il lavoro di restauro del 2005 il pilastro ed i marmi vennero meticolosamente ripuliti da attacchi battereologici, stuccature cementizie ed attacchi di micro flore. Ad oggi (novembre 2019) le condizioni di conservazione del gruppo scultoreo sono abbastanza buone.

Bibliografia:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’alta Val Parma e Cedra, Ravenna, Longo, 1996, p. 124-125.

IL pilastro si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via di Linari, che collega la città di Fidenza all’abazia di Linari nei pressi del Lagastrello, sulle orme degli antichi pellegrini. Parallela alla Via Francigena, la Via di Linari si congiunge con diversi cammini in zona di crinale che proseguono verso Pontremoli, Lucca, Roma.

Informazioni aggiuntive

Classe tipologica

Tipologia

Comune

Località

Vallata

Collegamenti

Coordinate Geografiche

44.412724, 10.137547

Quota

667 m s.l.m.

Epoca

XIX Sec.

Data

1802

Stato di conservazione

Rilevatore / compilatore

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