“La grande formella si caratterizza, oltre per la rilevanza dimensionale (del tutto inusuale nella zona di nostro interesse) per il particolare modulo strutturale che suggerisce uno spazio prospettico interno, indicato dalla volticina ad absidiola e dai pilastri laterali, atto a contenere ed esaltare il gruppo centrale, con la Vergine, presentata frontalmente ritta in piedi su una nube animata da testine di cherubi, e i Santi tradizionalmente invocati a protezione dalla peste ai lati.
A sinistra S. Rocco, in ginocchio, si appoggia al lungo bordone da pellegrino dal quale pende una piccola borraccia e mostra le piaghe sulla gamba lasciata nuda dalla veste sollevata.
A destra S. Sebastiano, effigiato secondo la consueta iconografia dell’efebo nudo e frecciato, impostasi a partire dal Rinascimento. L’immagine propone in modo semplificato (ma suggestivo grazie ad un’immediata, piacevole espressività e ad un gusto sicuro per l’effetto decorativo) un modulo iconografico diffuso in trittici e polittici quattrocenteschi e in formelle devozionali dal XVI e XVII secolo di ambito lunigianese (e particolarmente dell’area di Fivizzano), ove la Vergine compare accompagnata dai Santi protettori dalle pestilenze.
Anche nel caso in oggetto il collocamento della sacra immagine, venerata in ambito locale sotto il titolo di “Madonna del San Rocco”, è da porsi in relazione con il tragico diffondersi della peste negli anni 1629-31 negli sperduti villaggi delle Corti, tutti gravemente colpiti dal morbo ad eccezione di Rigoso, che ne fu prodigiosamente risparmiato, e la cui comunità volle erigere una maestà appunto in ringraziamento per lo scampato pericolo.
Stilisticamente qualificatissima anche la grande cornice in arenaria, con coronamento ellittico di complessa articolazione decorativa, pilastri laterali visivamente assai caratterizzati per aggetto ed ornamentazione, ed impostazione chiaramente verticalistica, tanto da far ipotizzare una collocazione originaria di ben più ampio respiro – forse sopra la mensa di un altare?”
La maestà si trova in una cappella posizionata lungo l’Anello Lungo dei Sentieri di Rigoso, nell’intersezione tra più tracciati poco sopra l’abitato di Bastia.
ISCRIZIONE: S. ROCHO. S. MARIA. S. SEBASTI*** / A. D. M.D.C.XXXI sulla base, in rilevato aggetto sulla formella
Formella in marmo apuano cm. 102×75,7; gesso cm. 23×15.
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto: presenta screpolature ed abrasioni sulla superficie in corrispondenza dei punto di maggior aggetto.
Bibliografia:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’Alta Val Parma e Val Cedra, Longo, Ravenna, 1996, p. 68, scheda 1.12.
La Maestà si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via di Linari, che collega la città di Fidenza all’abazia di Linari nei pressi del Lagastrello, sulle orme degli antichi pellegrini. Parallela alla Via Francigena, la Via di Linari si congiunge con diversi cammini in zona di crinale che proseguono verso Pontremoli, Lucca, Roma.
Informazioni aggiuntive
Altre denominazioni | Madonna di S. Rocco |
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Classe tipologica | |
Tipologia Beni storici | |
S. Tipologia | |
Iconografia | |
Vallata | |
Comune | |
Località | |
Collegamenti | |
Coordinate Geografiche | 44°22'27.3"N 10°08'06.9"E; 44.374236, 10.135254 |
Epoca | XVII Sec. |
Data | 1631 |
Stato di conservazione | |
Rilevatore / compilatore |