Maestà Madonna del Rosario (Monchio delle Corti, loc. Lugagnano)

La formella rotonda in marmo bianco ha un diametro che misura 70 cm, è innestata al centro del frontone curvo del pilastro innalzato nel 1802 in prossimità dei primi metri del ponte di Lugagnano. Alla sinistra ed alla destra della maestà sono applicati altri due marmi ovali, più piccoli rispetto a quello raffigurante la Madonna del Rosario e scolpiti con stemmi cardinalizi. Sotto al frontone, sul corpo principale del pilastro è applicata una lapide la cui iscrizione sorge per commemorare il restauro ottocentesco che salvaguardò il ponte dal degrado.

Questa maestà in marmo bianco apuano è uno degli esempi stilisticamente più raffinati presenti sul territorio di Monchio delle Corti. Il soggetto iconografico della rappresentazione, la Madonna del Rosario, è arditamente raffigurato all’interno di un tondo e per questo motivo i soggetti principali della composizione, la Vergine ed il Bambino, sono protagonisti di pose particolarmente plastiche.
La Vergine è posta al centro della cerchio, composta e vestita di evidenti panneggi, le cui curve si sposano con l’andamento circolare della cornice. Il Bambino siede in diagonale sul grembo della madre mentre le dita delle loro mani si intrecciano da un lato e dall’altro lato reggono insieme la corona del rosario.

La maestà e l’intero gruppo scultoreo del pilastro sul ponte di Lugagnano furono interessati nel 2005 da un intervento di restauro per l’IBC a cura di Archè Restauri. Lo stato di conservazione della formella, già dagli anni ’90, non era buono in quanto il marmo risultava spezzato in più frammenti e presentava una serie di crepe soprattutto nella parte destra. Nel 2005, prima dell’intervento di restauro, le condizioni di stabilità del tondo erano gravemente compromesse dalla crescita di vegetazione nelle intercapedini che esistevano tra i frammenti, le cui radici tendevano a spingere verso l’esterno i pezzi di marmo. Con il meticoloso restauro del 2005 si risolsero i problemi strutturali e riguardanti gli attacchi batteriologici che avevano interessato la formella. Ad oggi (novembre 2019) la maestà non presenta gravi segni di usura o di sporcizia.

Bibliografia:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’alta Val Parma e Cedra, Ravenna, Longo, 1996, p. 124-125;
Anna Mavilla, Le Maesta di Monchio, in “Po : Quaderni di cultura padana”, Franco Maria Ricci, A. 1994, n. 2, p. 42.

La maestà si trova nell’area di passaggio di una delle Vie Storiche dell’Emilia-Romagna, la Via di Linari, che collega la città di Fidenza all’abazia di Linari nei pressi del Lagastrello, sulle orme degli antichi pellegrini. Parallela alla Via Francigena, la Via di Linari si congiunge con diversi cammini in zona di crinale che proseguono verso Pontremoli, Lucca, Roma.

Informazioni aggiuntive

Classe tipologica

Tipologia Beni storici

S. Tipologia

Iconografia

Comune

Località

Vallata

Collegamenti

Coordinate Geografiche

44.412724, 10.137547

Quota

667 m s.l.m.

Epoca

XIX Sec.

Data

1802

Stato di conservazione

Rilevatore / compilatore

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