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Fontana rotonda di Sesta inf. (Corniglio) – SCHEDA DI RESTAURO

SCHEDA DI RESTAURO

STATO DI CONSERVAZIONE PRIMA DEL RESTAURO
La storica fontana rotonda di Sesta è costituita da una vasca circolare, con muro in masselli di pietra squadrata, ritmata da quattro parastine monolitiche; al centro della vasca si innalza un pilastro circolare modanato alla base e alla sommità, che riprende la configurazione delle quattro parastine della vasca, da cui fuoriescono i quattro getti d’acqua (attraverso tubi metallici).
Si osserva un vistoso e generale annerimento delle superfici, determinato da una cospicua presenza di biodeteriogeni (alghe, muschi, cianobatteri), unitamente a depositi calcarei concrezionati disomogenei.
Dalle patine spurie si intravede la perdita di coesione di alcune pietre, contraddistinte da delaminazioni e cadute di materiale originale circoscritte, soprattutto nella parte centrale del pilastro.

INTERVENTO DI RESTAURO (a. 2023)

[caption id="attachment_10223" align="alignleft" width="300"] Devitalizzazione della microflora[/caption]

L’intervento ha previsto una preventiva rimozione della microflora che nel tempo ha colonizzato soprattutto la fontana (alghe, licheni, muschi) con l’applicazione di una soluzione che ne determinala devitalizzazione. Trascorsi 15 gg. dall’applicazione, rimozione dei vegetali devitalizzati con getto d’acqua nebulizzata a bassa pressione. L’operazione, visto l’importante deposito, viene ripetuta, a distanza di 15 gg., almeno due volte o tre, sino al raggiungimento di un adeguato grado di pulitura.


Successivamente si è provveduto al consolidamento inorganico della matrice lapidea nelle zone dove sono visibili distacchi e delaminazioni, tramite applicazione di silicato di etile (Wacker BS OH100) a siringa in fessura e a pennello su tutta la superficie, sino a rifiuto.

[caption id="attachment_10229" align="alignright" width="300"] Iniezione di prodotti consolidanti[/caption]

Trascorsi 40 giorni dal trattamento consolidante, si è proceduto con consolidamento delle zone in distacco con iniezione di malta di calce naturale micronizzata o nano silice e cariche pozzolaniche (Syton W30) e alla rimozione e/o riduzione dei depositi calcarei per quanto è possibile, con sistemi meccanici non abrasivi, a bassa pressione (microsfere di vetro 0-50 My) ed al trattamento protettivo inorganico delle superfici, caricato con idoneo agente biocida in solvente (soluzione biocida di benzalconio cloruro al 4% in acqua demineralizzata) per il controllo della microflora (alghe, licheni, muschi).

La pulizia della fontana ha messo in evidenza l’esistenza di graffiti sulla parte interna.
Si è inoltre provveduto alla piombatura dei ferri longitudinali che un tempo servivano come base di appoggio per il riempimento di secchi, con l’aggiunta di supporti in acciaio inox per evitare che i movimenti dei ferri vadano a lesionare la colonna centrale della fontana.

[caption id="attachment_10227" align="alignleft" width="300"] Graffita apparsi dopo la pulizia della vasca[/caption]

L’intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza (prot. 1922 del 4.04.2023) e dal Comune di Corniglio (autorizzazione paesaggistica n. 04/2023 del 6.04.2023)

Il restauro, realizzato ad opera di Archè restauri, è avvenuto nell’ambito del progetto “Memorie d’acqua e di pietra” realizzato dal CAI di Parma con il sostegno del Comitato Territoriale di IREN e del Consorzio di miglioramento alta Val Parma ed ha previsto anche la realizzazione di quaderno didattico e di un video che ne ha documentato le fasi più suggestive.

Gazzetta di Parma 18 dicembre 2023

 

Lavatoio di Sesta inf. (Corniglio) – SCHEDA DI RESTAURO

Il lavatoio si trova a valle della pregevole fontana rotonda, all’imbocco del sentiero che conduce al ponte antico sul T. Parma.
E’ composta da una grande vasca rettangolare in pietra realizzata con grossi conci lapidei ben squadrati e lavorati a subbia; il registro superiore è formato da grosse pietre svasate, dal bordo stondato (tipo toro).
Dimensioni: mt.4,30×1,55, prof. della vasca: 65,5 cm.

STATO DI CONSERVAZIONE (agosto 2023)
Si osserva un degrado superficiale analogo a quanto descritto per la fontana, ma meno intenso.
Si nota invece un importante dissesto strutturale che interessa la muratura a circa 1/3 della sua lunghezza verso valle, con conseguente sconnessione molto evidente, determinato da un cedimento del terreno di appoggio.

INTERVENTO DI RESTAURO (Settembre 2023)
– Trattamento biocida per la rimozione della microflora (alghe, licheni, muschi.
– Rimozione e/o riduzione dei depositi calcarei per quanto è possibile, con sistemi meccanici non abrasivi.
– Smontaggio della parte di lavatoio in dissesto e dopo aver stabilizzato l’area di appoggio, rimontaggio in anastilosi degli elementi lapidei smontati seguendo la tecnica originale, utilizzando malta di calce idraulica naturale NHL5 caricata con inerti di opportuna cromia e granulometria, a imitazione dell’originale.
– Chiusura delle fessurazioni ed impermeabilizzazione.

L’intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza (prot. 1922 del 4.04.2023) 

 Il restauro, realizzato da Paolo Carbonieri, si è svolto nell’ambito del progetto “Memorie d’acqua e di pietra” ideato dal CAI di Parma e attuato con il sostegno del Comitato Territoriale di IREN e dal Consorzio di miglioramento alta Val Parma.
Il progetto ha previsto anche un quaderno didattico ed un video che ne ha documentato le fasi più suggestive.

Gazzetta di Parma 18 dicembre 2023

Il lavatoio prima dei restauri:

https://youtu.be/n6q4ZpxpC5k

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Lavatoio di Sesta inf. (Corniglio)

Il lavatoio si trova a valle della pregevole fontana rotonda, all’imbocco del sentiero che conduce al ponte antico sul T. Parma.
E’ composta da una grande vasca rettangolare in pietra, un tempo utilizzata per il lavaggio del bucato, e alimentata dall’acqua in uscita dalla soprastante fontana proveniente dal troppo pieno del vicino acquedotto.
Dimensioni: mt.4,30×1,55, prof. della vasca: 655 cm.

Il lavatoio, che presentava un importante dissesto per cedimento del terreno di appoggio, è stato oggetto di un intervento di restauro nel Settembre 2023.

 

https://youtu.be/n6q4ZpxpC5k

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Fontana rotonda di Sesta inf. (Corniglio)

La fontana si trova in una panoramica piazzetta nella parte alta del paese, all’inizio del sentiero per il ponte vecchio sul T. Parma.
E’ realizzata in blocchi di pietra areenaria che compongono una vasca circolare di circa 3 mt..
Al centro, da una colonna sempre in pietra, sgorgano quattro getti d’acqua.
in uscita l’acqua viene convogliata dalla fontana al sottostante lavatoio, una grande vasca rettangolare in pietra oggi, bisognosa di restauri, un tempo utilizzata per il lavaggio del bucato.
La fontana oggi è alimentata dal troppo pieno del vicino acquedotto.

“Ad un passo dalla chiesa possiamo ammirare la fontana rotonda, simbolo della frazione di Sesta Inferiore, che rappresenta uno dei più caratteristici esemplari di architettura spontanea delle valli cornigliesi, sia per lo stile gradevole che per il materiale tipico con cui fu costruita. E’ situata nel contesto di una posizione geografica particolarmente felice, tanto che sotto i nostri occhi abbiamo lo splendido scenario del crinale dei laghi e del sottostante castagneto. Era la prima costruzione che appariva a chi entrava in paese dalla strada che attraversava il torrente Parma tramite l’antico ponte “romanico”, chiamato dalla gente del posto “ponte vecchio”. La fontana, che riceve l’acqua da una sorgente sgorgante appena sopra il paese, è a pianta rotonda (diametro di circa 3 metri) e risulta costituita da grosse pietre regolari squadrate; al centro si innalza una robusta colonna in arenaria che attiva quattro caratteristici getti d’acqua. L’acqua che defluisce dalla fontana viene convogliata in un grande vascone rettangolare, an- ch’esso costruito in arenaria e munito di un comodo bordo usato da stagioni immemorabili come lavatoio. Il vascone, bisognevole di restauri, è tuttora utilizzato dalle donne anziane del paese per il lavaggio manuale degli indumenti. Tuttavia non s’odono più i “tonfi spessi” e le “lunghe cantilene” della suggestiva poesia “Lavandare” di Giovanni Pascoli. L’area adiacente alla fontana rotonda è stata recentemente (a. 1995) risistemata e “pavimentata” con rigore scientifico e stile elegante (impiego di pietre indigene), come appare dalla foto scattata all’indomani dell’inaugurazione dei lavori (voluti e finanziati dalla comunità frazionale e dall’ Amministrazione comunale). (1)

Note e Bibliografia
(1) N. Donnini, S. Moretti, Scheda percorso n. 1 a Sesta di Corniglio, in  Gli *uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra / a cura di Pietro Calzolari ; contributi di Pietro Calzolari … et al., Langhirano, 1997 , p. 21

https://www.youtube.com/watch?v=VMO24yAiUZQ&t=40s

 

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Maestà S. Filomena (Corniglio, loc. Sesta sup.)

La Santa, presentata frontalmente a mezzobusto, in atteggiamento estatico, con tutti gli attributi iconografici con cui viene più frequentemente proposta nelle stampe devozionali (l’ancora spezzata, le frecce, la ghirlanda di fiori allusiva al trionfo riportato nel martirio), corrisponde al tipo iconografico tradizionale.
La formella, di raffinata esecuzione, pare concepita da una mano di notevole esperienza e maturità, come evidenziano l’impianto articolato nell’atteggiarsi della figura della Santa dal delicatissimo viso di fanciulla incorniciato dalle cortine dei lunghi capelli inanellati, e la studiata ricercatezza nel rendere le particolarità fisionomiche e i dettagli decorativi. (1)

Proviniente da un distrutto mistadello in località Palarino, lungo la strada comunale diretta ai pascoli, venne collocata sulla facciata di un’abitazione di Sesta Superiore, oggi abbattuta.

ISCRIZIONE:
incisione a lettere capitali sul bordo inf. della formella: S. FILOMENA V. E M.

marmo apuano, 33×23; altezza da terra: ; orientamento:
STATO DI CONSERVAZIONE: scomparsa; delocalizzata

(1) Testo tratto da:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’Alta Val Parma e Cedra, Ravenna 1996, p. 172, n. 4.14 (fig. 4.14);
Caterina Rapetti, Marco Fallini, Per antiche strade : immagini di devozione lungo la Val Parma, Parma, Silva, 2002, pp. 154-155 n. 3.122;
Gli uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra, a cura di Pietro Calzolari ; contributi di Pietro Calzolari … et al., Langhirano, 1997, p. 23-24.

Maestà Madonna del Carmine (Corniglio, loc. Sesta inf.)

La Vergine, in gloria tra nubi, tiene in grembo il Bambino, che forse in origine reggeva, nella destra, gli scapolari del Carmelo, perduti per la marcata erosione subita dal bassorilievo. Piu in basso sono inginocchiati due santi di non facile identificazione (sia per la mancaza di attributi iconografici specifici sia per il degrado subito dal lacerto) e che possono forse essere ricondotti a San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova, entrambi appartenenti all’ordine francescano e sovente associa ti all’immagine della Beata Vergine del Carmine, il cui culto fu sostenuto principalmente da ordini mendicanti. La formella è collocata entro un sobrio tabernacolo monolitico in arenaria battuta, sormontato da una trabeazione sagomata a gola ed impostato su un pilastro anch’esso in arenaria. Appoggiato ad un masso. L’edicola era anticamente collocatalungo una vicina strada campestre, da tempo in disuso.
La Madonna del Carmine (o del Carmelo) viene celebrata nella chiesa di Sesta inferiore fin dalla sua istituzione ed era meta di una suggestiva processione notturna che si svolgeva ogni anno in maggio partendo da Sesta inferiore. Gli altri Santi celebati dalla comunità parrocchiale erano e sono il patrono S. Rocco (16 agosto) e Sant’Antonio da Padova (13 giugno).

ISCRIZIONI: (sul bordo inferiore della formella, in lieve aggetto e in lettere capitali: M. S.S. D. CAR. / A. C. P.S.D. 1850 1850.
Sulla cornice in arenaria, in alto al centro: C. C. E. P.S.D. 1856. Le prime quattro lettere rappresentano con probabilità le iniziali del committente, mentre la sigla “PSD” significa “Per Sua Devozione”. Uno dei committenti potrebbe essere Don Giacomo Fafggi, parroco dal 1819 al 1883, omonimo del fondatore della parrocchia di Sesta inferiore.

marmo apuano, 32×22; altezza da terra: 1,7 mt; orientamento: NE – 15°

STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre. Deturpata da licheni crostosi gran parte della metà inferiore della formella)

PROPOSTA DI RESTAURO: pulizia dalle incrostazioni biologiche.

(1) Testo tratto da:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’Alta Val Parma e Cedra, Ravenna 1996, 171 (n. 4.10, fig. p. 155);
Caterina Rapetti, Marco Fallini, Per antiche strade : immagini di devozione lungo la Val Parma, Parma, Silva, 2002, pp. 155, n. 3.123;
Gli uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra, a cura di Pietro Calzolari ; contributi di Pietro Calzolari … et al., Langhirano, 1997, p. 16.

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Street view

Maestà Madonna dei Quercioli (Corniglio, loc. Sesta inf.)

Il bassorilievo si trova incastonato in un masso erratico lungo la carrareccia che da Sesta Inferiore conduce ai pascoli, nei pressi dell’antica strada che saliva a Sesta Superiore, oggi in disuso.
La Vergine, che emerge da una nuvole e stringe a se il Bambino, appare a Sant’Antonio da Padova, secondo la tipica iconografia dell’immagine miracolosa venerata nell’omonimo santuario posto nelle vicinanze di Massa, e meta, a partire dal terzo decennio dell’Ottocento, di frequenti pellegrinaggi. (1)

Iscrizione sul bordo inferiore a lettere capitali: IMMAGINE DEI QUERCIOLI P.S./D. ILARIO ZAPOLI 1844.

Formella in marmo apuano cm. 29X 24;

La singolare (ed unica) caratteristica di questa maestà, ossia di essere stata inserita su di un masso erratico dell’antica morena glaciale, è stata compromessa dall’improvvido inserimento di una più moderna lapide (a. 2023) in ricordo di colui che fece realizzare la “strada dei cooperativa”.

STATO DI CONSERVAZIONE: Abrasi i volti della Vergine e del Bambino e sbrecciature nei punti di maggior rilievo; insediamenti di licheni crostosi.
PROPOSTA DI RESTAURO: pulizia dalle incrostazioni biologiche, consolidamento dei volti.

(1) Testo tratto da:
Anna Mavilla, Le Maestà dell’Alta Val Parma e Cedra, Ravenna 1996, p. 172 (f. p 156);
Caterina Rapetti, Marco Fallini, Per antiche strade : immagini di devozione lungo la Val Parma, Parma, Silva, 2002, pp. 157, 160 n. 3.127, figg. pp. 141-142
Gli uomini, le pietre, le maestà : percorsi e itinerari didattici nelle terre dell’alta Val Parma e della Val Cedra, a cura di Pietro Calzolari ; contributi di Pietro Calzolari … et al., Langhirano, 1997, p. 22.

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Ponte antico di Sesta (Corniglio)

Alla confluenza del torrente Parma di Badignana con il torrente Parma del Lago Santo, si trovano i resti dell’antico ponte di pietra, collocato sull’antico sentiero che collegava Sesta inf. con Bosco di Corniglio (sec. XVII°).
Per arrivare al ponte, dalla fontana di Sesta si imbocca una evidente carrareccia che, con un dislivello di 80 mt. (10 min. di cammino) scende al greto del torrente. Da qui, costeggiando il greto, discendere ancora verso valle per poche decine di metri, fino ad incontrare questo suggestivo manufatto.

Nel suo “Viaggio ai monti di Parma” Antonio Boccia, nel 1804, così descrive questo manufatto: “Sotto Sesta inferiore esiste sulla Parma un ponte di pietra di un arco solo acuminato. La Parma scorre precipitosa al di sotto a una gran profondità, ed il passaggiero arrischia nel transitarlo, poichè il ponte oltre di essere stretto è senza sponde, e non tutti ponno reggere alla vista delle acqua precipitose, ed al fragore delle cataratte”.

Bibliografia:

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Oratorio di S. Enrico (Valmozzola, loc. Calcàiola)

L’oratorio si trova in un pianoro (una paleofrana ancora non compiutamente assestata) nei pressi di un insediamento rustico dell’età romana, lungo l’antica strada che risaliva la Val Taro.
In origine era dedocato a S. Quirico ed è attestato la prima volta nel 1449.
L’edificio versava in un grave stato di degrado quando nel 2002 il Comune di Valmozzola con fondi propri ha iniziato un primo recupero, completato poi, con fondi ministeriali, nel 2008. Sulla parete interna della conca dell’absidesono rimaste limitate porzioni di un affresco dove è possibile riconoscere, tramite gli attributi) la figura di S. Antonio abate.

Coordinate geografiche: 44°32’50.6″N 9°53’34.0″E
Quota: 422 mt. s.l.m.

Bibliografia:

A. Conti, …Et andoni in valdemozula per passare in lulisena : appunti e considerazioni sulla viabilita antica della valle del Mozzola, Archivio storico per le province parmensi, vol. 48, A. 1996, N. 1

Sei oratori per Calcaiola, a cura di Manuela Catarsi, Comune di Valmozzola, 2011, 94 p. : ill. ; 30 cm
Pubblicato in occasione della XIII Settimana della Cultura, 9-17 aprile 2011 (,Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma e Piacenza, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza).

FONTANE E LAVATOI

Partendo dal censimento dei beni storici “minori” dell’Appennino parmense sono state raccolte alcune importanti testimonianze dell’uso della pietra per la realizzazione di manufatti che ancora oggi caratterizzano il paesaggio della nostra montagna. In tanti paesi e frazioni sopravvivono fontane e… (LEGGI TUTTO)

T01 – Cippo di confine (Albareto, Foce dei 3 confini)

La Foce dei Tre Confini è senz’altro la capitale dei Termini di Confine.
Situata tra le valli del torrente Pignone e Mangia, la val di Vara e la valle del Gotra, in costa al Monte Gottero -la cui impari grandezza sta nel toponimo (Gott=Dio; -oros=monte) più che negli appellativi degli studiosi  (Monte immenso  [L. Molossi])-, la Foce dei Tre Confini, punto focale italiano, nei tempi storicamente documentabili è sempre stata un baricentro di interessi viari caratterizzandosi, fino al 1797, come punto triconfinante fra Ducato di Parma, Gran Ducato di Toscana e la Repubblica di Genova.
Dopo l’annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna divenne confine tra Regno di Sardegna, Granducato di Toscana e Ducato di Parma. ed oggi confina Emilia, Toscana e Liguria nelle province di Parma, Massa e Spezia ovvero nei comuni di Albareto (PR), Zeri (MS) e Sesta Godano (SP).

“Situato in luogo, denominato all’Atto finale del 1829: “Alla Colla di Monte Gottaro”, nel punto medio della strada che da Zeri e da Chiusola va verso Borgotaro, triplice tra gli stati Parmigiano, Toscano e Sardo, contraddistinto da due contro terminali laterali alla strada medesima il centro di ciascuno dei quali è distante dal detto punto di mezzo, che costituisce come sopra il confine, mt 2,55. I due suddivisati contro termini, a demarcazione del punto di triplice confine, furono elevati dai Commissari Toscani e Genovesi nell’anno 1780 e verificati o riapposti dai Commissari Parmigiani, Toscani e Sardi nel 1828″ [Raccolta generale delle leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla, anno 1829. Disposizione Presidenziale intorno a’ confini Toscani, Parma 7 gennaio 1829]

Alla Foce dei Tre Confini -che possiede un secondo appellativo, Passo della Colla- sono posizionati due cippi confinari in modo da rendere virtuale il punto di triconfine e nello stesso tempo lasciare una zona franca: La Via Regia.
Dalla Foce dei Tre Confini si dipartirono tre linee tracciate ognuna a confinare due Stati: queste furono caratterizzate dal posizionamento di Termini di Confine, ovvero di cippi arenacei infissi nel terreno.

La prima serie di Cippi venne posta a dividere, andando verso mare, il Gran Ducato di Toscana dalla Repubblica di Genova.
Sono cilindrici; portano “T”di Toscana sul lato est, “G” di Genova sul lato ovest e la data della Disposizione al posizionamento (1780).

La seconda serie di Cippi si dirige verso ovest e divide il Ducato di Parma dal Regno di Sardegna.
Il monolite è un parallelepipedo e porta sui due lati maggiori i loghi degli Stati che confina.

La terza serie di Cippi si dirige verso est.

Sui due lati maggiori i simboli degli Stati che confina, ovvero la corona ducale di Parma (quella che viene copiata ancor oggi su tanti prodotti parmensi) alla cui base è scritto PARMA e, sull’altro lato, la corona del Gran Ducato e una T (Toscana).
Sui due lati minori si trova scolpito l’anno della disposizione del posizionamento (1828) ed il numero d’ordine progressivo del cippo.
Il valico si trova sull’Alta Via dei Monti Liguri che collega Ventimiglia a Bolano

[testo a cura di Albino Calori, con un contributo di Corrado Truffelli]

Per saperne di più: https://scn.caiparma.it/i-termini-di-confine/

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T36 – Cippo di confine – la Formentara (Borgotaro)

“Termine n°36, posto in terreno pasturato, luogo detto “la Formentara” presso l’antico termine ivi tuttora esistente distante dal precedente pertiche fiorentine 137, pari a metri 399, e cent. 54. La linea condotta dagli antecedenti termini si dirige per gradi centoventotto e minuti trenta, da tramontana verso libeccio, e forma con l’altra diretta ai susseguenti, fino a quello detto “di san Bartolommeo” nel centro del presente termine n° 36, un angolo di gradi centosettandue e minuti trenta avente il vertice parimente verso lo Stato di Toscana. La detta prima linea, come sopra condotta dai termini segnati n° 34 e 35, costituisce poi con altra diretta al campanile della Chiesa di “Rovinaglia”, nel centro di questo stesso termine n° 36, un angolo di gradi centoventicinque avente il vertice verso lo Stato Toscano.” (1)
Rientra nella Comunalia di Valdena. Questo cippo è ubicato sulla via che congiunge Valdena (Parma) a Valvenera (Massa).
L’importanza   di   questo   sito – oltre che dall’antica via – viene sottolineata dalla vicinanza con Fontana Gilenta, punto sommitale ove le pietre parlano dei siti che lo circondano.

Il  Termine venne recuperato a Sesta di Bosco di Corniglio e in seguito riposizionato, nel 2010, con una cerimonia pubblica, alla presenza dei Sindaci dei due comuni.
E’ probabile che il luogo di ricollocazione non corrisponda esattamente con l’originale. Da verificare.

Note e bibliografia:
(1) Raccolta generale delle leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla, anno 1829. Disposizione Presidenziale intorno a’ confini Toscani, Parma 7 gennaio 1829]: p. 17-18
(2) Archivio di Stato di Parma “Mappa dei confini giurisdizionali degli Stati di Parma

Per saperne di più: https://scn.caiparma.it/i-termini-di-confine/

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